Scritto da © fabiomartini - Mer, 13/01/2010 - 22:14
Abitavo in via Fieschi lì al sesto piano.
Tra Ponticello e via Madre di Dio
col suo lavatoio la casa di Paganini e i fabbri.
All’aperto, un po’ più distanti, sotto le mura
c’erano loro
a torso nudo falda di cuoio martello in mano.
Battevano il tempo su ferri roventi.
Non ho mai fatto una foto...
peccato.
Oggi non c’è nulla di allora.
Oppure poco.
Ci fu un maglio al lavoro, lento.
Prima sul tetto poi giù di colpo sul pavimento.
Dal piano alto trascinava giù i piani sotto
e l’atto finale restava la polvere, smorzata appena
da un getto d’acqua.
Qualche foto l’avevo.
Ormai però
non so più dove sono.
Peccato... che spesso ne piango.
Ma i ricordi sono tutti qui con me
stretti a me, tra i gesti miei, nel mio parlare
nel quotidiano mio ricordare.
Infatti di sera, che del suo buio a volte abuso,
io mi ritrovo a cercar dettagli
su quel suo vicolo o su quei visi
o sulla scala che io scendevo
o sullo scorcio dietro la piazza.
Ma i dettagli di allora ormai
se non li ho persi del tutto
li sto perdendo nel tempo...
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