Scritto da © Anonimo - Gio, 14/01/2010 - 10:59
Così tornando, tenera, eccoti
contenuto clamore che ogni stretta sera
sali all’ampia notte di gennaio
l’epica delle lunghe pose
coi corvi delle chiome a recitarsi bagliori rauchi di luce
quel cra cra che fanno nelle mani. Le malelingue della menzogna mute, i sapori
coacervi e le ali ripiegate sui tremori delle tempie
perché potessimo dirci: sappiatelo
non ci sono scritte nelle stadere di dio
che tormentino la differenza tra il peccato e
il suo piacere
come tra ceneri e il fuoco
che ci avvampa.
Così andremo, con gli altri, spenti.
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