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Platonicismo

mi sei venuta in sogno
stupendamente nuda
addormentata indifesa
ed io seduto accanto
rimirarti tutta
libero da timidi pudori
godermi la vista
accarezzarti con lo sguardo
dappertutto
ogni angolo di te rubare
al mio piacere
e molcere il pensiero
di possederti.

Viaggiatori

Le dita fra i coriandoli di un giorno come carta leggera, al di là di un formicolio triste alla base del collo. Sposta i cappotti la corsa di un treno contro vento. Sferza le bocche a falciarle, l'inverno. Passa una lingua sulle labbra a inumidirle sopra il rossetto... non basta una sciarpa a ripararle dal freddo.
Con te, in te, fra nuvole tiepide, vestito di pesca, scardina ed annega di tequila e di rum l'alcol d'amore. S'assottiglia la sera verso le ore di una notte nera e nuda. Tempo che non abbiamo, poco tempo, tanto tempo. Ho te fra le costole a sibilarmi che esiste la felicità, nei tuoi baci dentro ai miei, tu dentro me. Piove o forse no, di mattina, sui viali di panchine a braccetto e la sera prima. Farfugliano i saluti, rimbalzano sugli occhi di rimmel e matita. Il libro che leggo ha le parole sfocate, le pagine grosse. Pensavo a te, a come stavi allora, a come stavo io. Alla tua tristezza un attimo fa.
La discesa è pericolosa, prima passo la borsa poi l'ombrello, e poi lentamente, io. Oppure non scendo e torno indietro ad abbracciarti.
 
[Le cose che mi dici.
Quello che mi dai].
 
Manuela
astratto moderno di mmb art

Perduto amore.

 
Ho sfiorato le tue labbra in una prima volta
tenendo le tue mani strette tra le mie.

Ho accarezzato i tuoi capelli impigliandoli tra mie dita
ti ho tenuta stretta a me tenera sul mio petto.

Distesa leggera ricolma d'amore e passione
gioia e desiderio nel sentirti finalmente mia.

Ho percorso le tue forme con timida energia
godendo di te e delle tue sensazioni.

Ora le mie mani sono vuote
perchè di te nulla rimane.

Solo il tuo profumo dolce inebriante
sulle mie vesti e sulle mie labbra.

Non più lacrime nel mio pianto
del mio cuore solo brandelli.

non ho più un'anima perchè a te l'ho ceduta
non ho più un nome perchè dalle tue labbra
la parola "amore" non esce più.
 

Atlantis

Mute Notti Ed Accecanti Giorni

Mute notti ed accecanti giorni
sgorgano dall'eterna sorgente
lasciandomi in secco la bocca
tormentata dall'arsura.

Come un cieco, solitario nel mondo,
cerco affannoso la luce perduta
consumandomi nello sforzo vano.

Un'altra luna piena si avvicina
ad illuminare la deserta solitudine
ed io mi pietrifico

inesorabilmente.

  
      loripanni

Il debito d'ognuno

Così mi parlo talvolta
prima di frenarmi gli spasmi
imboccando quel vialetto ombroso
lontano dai cortei grigi, dalla lotta.
Qui resto con la sete mai paga
di chiudere la pelle alle distanze
e chiedere la domanda 
                           esatta
per le briciole che trastullo.

Senza titolo

E passano gli attimi
e volano le emozioni
si estinguon le passioni
e si spegne
l'ardor
d'una vita or gelida
 
Arranco a stento
su un nemico terreno
 
Aspetto la fine
che sia lieta a venir
 
A colui come quest'uomo
che loda la morte
e innalza prece alla sofferenza
 
Poichè
quando la solitudine
è la tua compagna
non c'è miglior dono
che l'estinsione

Alla città dei sensi

 
C'è pelle che prega
carezze vestite d'amore
e nei sentieri rosa
incide il suo destino.

Cogliere il fiore (acrostico)

Cogliere il tuo fiore
Odorarne gli effluvi
Giocar coi petali tra la
Lanugine setosa intorno
Immagino sublime
E godere dei fremiti
Reconditi della pelle
Esposta ai baci
 
Irresistibile
Lusinga.
 
Finalmente poter
Inondarti di
Ogni desiderio
Riconquistando l'
Eliso perduto.
 

Fatemi spazio.

fermati, ascolta
 
[sibilo compresso
aria che cerca spazio
polmoni in apnea]
 
fermati, ascolta

Migrazione cruenta del verbo

Alle capanne la sopravvivenza dei muschi
dal lato nord dove comincia l’umido nelle bussole
fu garantita dalla sapienza degli anziani
che parlarono in ultimo dello stragemma del freddo per indurre
cuore ed amore a rimarsi. Ma non bastarono le favole.
 
Noi, allora, venivamo da sud e lì trovammo pietre
per i nuovi muri e per la testa dei serpenti
di cui facemmo scempio.
 
Si disse così dei migratori che avevano abbattuto anche i peccati:
niente di vero; la perdita delle pelli a quelle serpi
costò la vita ai serpi veri: questi che sulle pire danno un senso
di giustizia nelle ossa.
 
Gente inattesa per le ceneri. Tutti uomini messi a nudo
in un solo grumo;
perché è così tra i popoli:
si vive a corte solo per ammazzare il re
avendone i calzari e la regina.
 
Non coltivammo il verbo:
dopo di noi, parlò il silenzio.

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