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Salvatore Lamanna
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Recensione Artista polivalente, ama definirsi Salvatore Lamanna che propone in questo vernissage per Rosso Venexiano opere che rappresentano il nostro tempo. Le immagini sono da lui prese in rete ed appartengono ad artisti noti in tutto il mondo, del calibro di Joel-Peter Witkin, Man Ray, Hans Bellmer, Cecil Beaton, Gino De Dominicis, Valerio De Berardinis ed altri ugualmente bravi, ed elaborate graficamente con il sistema COLOUR TRACK SYSTEM.
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Stavo in disparte contando silenzi
a destra del letto il vuoto riempiva d'un senso di nausea che ti nascondevo piegando il mio capo a guardarti le mani. |
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Infossavo il disastro, lo deglutivo
evitavo lo sguardo mentre ti spegnevi nel dolore forte che mi lacerava disperdevo d'amore e di cenere il cielo. |
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Eccomi qui Dio, a chiederti di rassettare le mie rose o farne scempio, a stridere raschiando il fondo del mio pozzo lordato da lingue spavalde in fauci spalancate. Eccomi in sordina, fra la schiera dei dannati in corteo a pregarti un miracolo in cambio della vita.
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è una discesa che rotola sassi
in corsa d'acqua di torrente ad occhi fissi freddo troppo freddo il tempo, le ossa e annaspare sottozero controllando i flussi basta arrivare alla sponda più in là le labbra viola, ci arrivi tremando |
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è l'incubo ad assiderarmi, cristallizzandomi, non i fiori bianchi. Il polline m'invade le iridi di giallo ed io non vedo il cinestrino avanti a me. Se morissi adesso non soffrirei, lasciando ad altri il cilicio potrei danzare nel nirvana dell'incoscienza.
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Ogni perché non è più, e mi vomitano gli occhi, s'incartapecorisce il fulcro rosso nel mio seno. Ora so, si staccherà la pelle e non avrò la forza per urlare.
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Ricordo un filo di brezza
racconto seppia d'un sole basso I grandi platani ancora caldi di colore diluiti in alluvione d’autunno Pianto di verde calcia la rabbia |
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Non so perché mi uccido di silenzi
di vuoti immensi e di confetti amari ma nelle lacrime che scavano di colpe i bocconi deglutiti e le ferite non trovo più la gioia del risveglio l'odore di pane, la luce del sorriso |
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Inutile raccolta di frattaglie stinge e stringe
un cuore a fette che s'adombra annichilito di radici inferte sgretolo la terra dove i silenzi franano i miei giorni Il dolore che scrivo sembra il mio |
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Sinfonie di ciocche e mossi passi
indelebili ombre di rami di orchi di fronde che a noi si ribellano |
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La tristezza è questo amarti
nel costante rischio di notti in cui rivivo il sublime dei respiri irregolari |
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Cerco la notte, del suo nero mi vesto, ammutolita da mille teli di velluto pesante sulla bocca, mi chiudo a chiave dentro i suoi fiati.
Spenta ogni musica, sto vagando, terra nel naso, in una bara di ciliegio e more amare. Fatico a respirare tra i chiodi di garofano del mio stare male, io morta più di ieri, incerta se risorgere. |
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So che succedono i silenzi
arrivano da porte nascoste con tende beccheggiano in piroette di bocche sfiorite annegano di saliva dietro parole che baloccano ammutolite e stordiscono |
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E' un dormiveglia che stende rallentandomi sotto una coltre di gigli bianchi a darmi il candore dell'immobilità della neve e la sua gelida carezza. Non so se dal sogno tetro uscirò già oggi o se mi sto incanalando negli inferi del dolore e fingo di non capire il perché di questi sassi aguzzi sotto la pianta del piede. Non so cosa convenga fare per sfogliare le ore di un giorno apparentemente uguale a ieri. Nessuno sa ciò che io non so.
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OPERE:
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-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti di Rosso Venexiano: Manuela Verbasi -Opere di Salvatore Lamanna -Poesie e presentazione di Manuela Verbasi -Editing: Manuela Verbasi, Anna de Vivo -Immagine del titolo: Alexis Salvatore Lamanna lo trovate su Facebook su Splinder qui -Staff di Frammenti Pubblicazione opere autorizzata dall'artista. Vietato l'utilizzo se non autorizzato. |
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