© Lumia
Damiano non pensa di essere bello. E' il comportamento inequivocabile delle donne nei suoi confronti che gli rimanda l'immagine di un uomo pieno di fascino. Ha vent'anni e tutte le donne che vuole. Le altre non esistono. Esiste davvero solo il frutto di cui lui ha voglia, il resto è scenografia. Lo odiano, lo sa: quelle che - pur essendo carine - lui non prende in considerazione; e lo odiano i maschi, quelli che gli stanno intorno interessati ai suoi scarti e quelli che lo tengono alla larga per quella sua aria di incosciente spacconeria.
Si lava e si profuma con cura, ma non ne avrebbe bisogno: la sua pelle è dolce e morbida, leggermente ambrata, i suoi denti perfetti, le mani forti, le sue labbra disegnate, il suo corpo emana sicurezza e calore. Soffre terribilmente il caldo, ma la sua immagine non si sciupa, i suoi vestiti rimangono in ordine sulle spalle larghe, sui fianchi, sulle cosce muscolose. Tutto in lui promette e i suoi occhi parlano.
Furtuna fammi vientu diventari...ma quale fortuna può capitargli vivendo in uno sperduto paese del sud Italia? Damiano non è solo bello, è anche intelligente, un'intelligenza superiore alla sua scarsa scolarizzazione. Vive una condizione che gli sta stretta, anche se il suo orgoglio non lascia spazio a recriminazioni. La sua famiglia non è povera da sette generazioni: invero è stato suo nonno materno a concedere in prestito o in dote ai molti fratelli e sorelle le proprietà di famiglia - di cui a lui spettava disporre come orfano primogenito. Ridotti al lumicino i suoi beni, ha concluso la sua vecchiaia in una casetta minuscola in centro paese, due stanzette, una cucina, un bagnetto. Lì è cresciuto Damiano, innamorato dei nonni, con cui ha diviso il letto finchè non è stato troppo grande; affezionato al fratello maggiore, così spigoloso; riconoscente verso i suoi genitori, braccianti agricoli.
Duv'è lu beni mia fammicci iri...dove cercare? Dappertutto, purchè fuori da quella regione abbandonata. Chi cercare? Chiaramente non potrà essere felice con nessuna di quelle che lo circondano, che cercano di conquistarlo con un bel fisico o terreni di arance o un padre in politica. Non funziona, Damiano sa che così non otterrà la felicità. La felicità. E' come il mare, che intravede dalle sue colline: blu, fresca, salata, sconfinata, distante. Prendi un mezzo qualsiasi e cominci a scendere, ad avvicinarti, un tornante dopo l'altro sparisce alla vista, ma puoi sentirne l'odore.
Duv'è lu beni mia fammicci stari. Per quanto tu sia bravo a prolungare ogni piacere, viene il momento in cui devi tornare a casa e allora ritrovare un mezzo, uno qualsiasi, magari fare l'autostop e capitare sulla cinquecento sgangerata di 'Cocosmo', che è allegro e puzza di vino a qualsiasi ora del giorno.
Furtuna fammi vientu diventari...e potrò cantare anche io la mia canzone d'amore e la dedicherò a questa mia terra bella e inutile, a questi ulivi pieni di frutti che ti sfamano e non ti saziano, a questo sole che fa sudare e ogni giorno sparisce con un tramonto spettacolare, che non devi pagare il biglietto e forse c'è chi nemmeno se ne accorge di quanto sia unico.
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