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Virgilio Giotti - dialetto triestino

Di origine triestina questo autore per molto tempo fu impegnato lavorativamente come agente di commercio. Presumibilmente, ma non se ne ha la certezza, sembra frequentasse un gruppo di intellettuali fiorentini e che partecipasse al gruppo vociario.
Esordì con la sua opera “Piccolo canzoniere in dialetto triestino”, cui fecero seguito “Caprizzi canzonete e Storie” ed altri testi che il poeta sottopose a rigorose elaborazioni.
Per il Giotti il dialetto è la lingua della poesia, al di là del vernacolo, addirittura il sentire più schietto dell’anima.
Egli rimane fedele ad una Trieste semplice e popolana, elaborandone un’intensa immagine consapevolmente letteraria
Si fa protagonista di un lirismo estenuato per giungere ad una trasparenza “squisitamente smarrita” che si avvicina spesso, nei concetti esistenziali, ai grandi dolori di famiglia.
Le sue liriche in triestino furono sempre molto apprezzate e ben accettate dai critici.
Anche Pier Paolo Pasolini si sofferma positivamente sui versi di questo autore, che trova estremamente veritieri.
 
 
 
 
LA NEVE  di Virgilio Giotti  (Dialetto triestino)
 
La neve, bianca e granda,
xe tuto ‘torno a l’ingiro,
in fondo, fin do’ che se vedi,
bianca e granda,
bianca e zita qua drento in t-el orto,
co’ solo piantando in mezo do stechi,
bianca e zita.
E el tu’ viso el xe bianco, color de la neve,
e i tui oci i xe pieni de tuto ‘sto bianco
grando ch’i spècia.
Bianche come la neve
Xe le tu’ man, frede come la neve
‘ste man, bianche e frede :
come la neve,
qua, sul rastel intrigado de spini,
qua, sui mureti un par parte,
qua sui salini,
do’ che tasendo ‘spetemo
de saludarse
 
 
 
 
T R A D U Z I O N E
 
La neve, bianca e grande
è’ tutt’intorno a perdita d’occhio
in fondo, fin dove si vede
bianca e grande
bianca e silenziosa qua dentro nell’orto
che ha solo in mezzo due rami piantati
bianca e silenziosa
E (pure) il tuo viso è bianco
color della neve
e i tuoi occhi son pieni di tutto questo bianco
grande che essi rispecchiano
Bianche come la neve
son le tue mani, fredde come la neve
queste mani bianche e fredde
come la neve
qua, sul cancello inviluppato di spine
qua, sui muretti uno per parte
qua sugli scalini
(noi) due che tacendo aspettiamo
di salutarci
 
 
 
 
 
poesia di Virgilio Giotti
pagina a cura di Silvia De Angelis

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