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riservato ad un pubblico adulto

Chiunque verrà dal soffitto

 
 
non ti passa sopra, per quanto rarefatto
angelo montano e alta e ferma, hai sèguito
in basso dove trasformi in metallo
affilato il non.
Insinuata nel posto, duratura con precauzione
canaglia, contavi fra le carni

Il cacciatore, la preda (ipotesi dell'esterno variegato all'interno chiuso)

1
La sagoma in fuga è la fuga stessa: Vita [vì-ta] s.f.
insieme di soste brevi, inefficaci. Rabberci funzionali.
Che rendono capaci di conservarsi, svilupparsi, riprodursi e
- nonostante - continuare la corsa.
 

Il cacciatore, la preda - 4

1
La sagoma in fuga è la fuga stessa: Vita [vì-ta] s.f.
insieme di soste brevi, inefficaci. Rabberci funzionali.
Che rendono capaci di conservarsi, svilupparsi, riprodursi e
- nonostante - continuare la corsa.
 

Il cacciatore, la preda - 3

 
 
1
La sagoma in fuga è la fuga stessa: Vita [vì-ta] s.f.
insieme di soste brevi, inefficaci. Rabberci funzionali.
Che rendono capaci di conservarsi, svilupparsi, riprodursi e,
nonostante, continuare la corsa.

Il cacciatore, la preda - 2

 
 
1
La sagoma in fuga è la fuga stessa. Vita:
insieme di soste brevi, inefficaci. Rabberci. Il prezzo
della calma è quel legno, il faggio: lo usò, ma non adesso.
Come è evanescente il rifugio!, pensa

Sinfonia

*

non lasciarmi in questo vuoto di parole

che chiamano «silenzio»:

 

*

io

sono nata da uno squarcio nell'intimità della carne

dall'urlo della madre

la spinta potente dei fianchi

Sta mai ferma la notte

 
 
Marciapiede che sento treno: vibra, sferraglia
se ne scende all’arrivo. Arrivo come pendolare
tra due stazionamenti: ciao ingresso, cos’altro si muove?
Capita al buio una sagoma, una qualche sopravvivenza.
 

Ohi. Boh!

Porca miseria oggi

che ho scoperto niente.

Che scoprii, scopersi, ma sì

scopersi

i miei piedi ignudi belli

abbronzati e

li posai sul parquet chè

qualche anno fa ci

avevo il marmo, ma faceva

freddo e così, attingendo ai

pochi risparmi della mia poca vita

Il luogo in cui prende forma il corpo

 
 
Salerno è fuori da questa stanza. In questa
stanza il mondo intero non vi entrerebbe.
Dio sì. Forse già c’è come sera, come legno.
Benchè io mi distenda, un mistero
allerta tutto intero la bocca del vetro:

Na na na na naaaa

 
 
Dal fondo si solleva rame. Tonico appena
incontra il raggio esalta la
nudità tumida, non regala niente, nemmeno si vende.
Intorno cadono promesse brune, promesse e gocce torride.
 

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