Scritto da © Franca Figliolini - Sab, 08/09/2012 - 08:28
*
non lasciarmi in questo vuoto di parole
che chiamano «silenzio»:
*
io
sono nata da uno squarcio nell'intimità della carne
dall'urlo della madre
la spinta potente dei fianchi
il dolore
figlia di donna, io
grido
per l'aria che irrompe, svergina i polmoni
corrompe
e dà vita
*
adesso, i passi. la salita indicibile
verso gli altri
là dove insiste l'orizzonte
- piena luce allo sguardo
*
poi, la notte incostante
moltiplicata, prefigurata notte
che abbuia le ciglia
noi
siamo sperse, sparse anime
tremanti, noi
gridiamo
*
resta l'amore
mani che si cercano e bocche
labbra
per suggere baciare
*
dire
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