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Poesia

Le corte parole

Quando ti mostri
albarosa e ocra sulla cordigliera del seno
la terra intera si pone nel capezzolo
e retto
al tuo minimo passo tenta.
Alle mani
s’apre la riga del ventre per l’inchiostro
della loro ombra.
 
Tu cancelli l’impronta dai denti
quando ti attraverso dalla bocca
con parole corte.

Vorrei sentirmi dire

Vorrei sentirmi dire...
nelle sere agitate dal vento
nel calare lento
di un tramonto rosso,
quando la luna di nessuno
intrappola la luce.
Quando nei vicoli assonnati
di un paese arroccato
le tende dietro ai vetri
si raccontano silenzi.
Vorrei sentirmi dire...
sulla porta della notte,
dischiusa per far entrare un sogno
tra i fantasmi che sussurrano ricordi
mentre desolate spiagge,
accolgono lo sfiorar delle onde.
Vorrei sentirmi dire...
che le scogliere bianche
attendono l'oceano
nell'abbraccio e nell'abbandono
quando su fili di nubi
voleremo insieme
nel ricordo delle nostre primavere.
Vorrei sentirmi dire.....

Comunque a quel nome

Seduti a tentoni gli occhi riposano
sulle gobbe dei muri a secco
che fu acqua di vento e timore.
Sgravidano nei rivoli
nascendo le pozze con quel vago vagito
a tinta d’intorno.
 
Nelle rubriche i soliti nomi vivacchiano a memoria.
 
Si potrebbe questo o tal altra
ma il telefono dista un’alzata di voglia
che pesa la terra.
 
Forza la fuga uno squillo
invitante: aspetto le gambe,
aspetto a quel nome.

Aliti di Vita

Amico,
sei rannicchiato
nei tuoi sensi di colpa
che tolgono
aliti di Vita.

E scorgo lacrime
di follia disperata...

Là dove

 
Là giù in fondo, dove il cielo
si incontra con il mare
e con un lungo abbraccio
si uniscono,
là dove una sola linea appare
dove il tutto si congiunge
e un unico velo si distende,
là giù in fondo, all’orizzonte,
tra la spuma che danza
e lo sciabordio gorgogliante
delle onde,
al riverbero del tramonto
ogni cosa risplende.
Là dove l’aria sospira
e di cento, mille profumi
s’arricchisce,
là dove i gabbiani stanchi
vanno a dormire,
là dove la notte ed il giorno
s’avvinghiano in passionali amplessi,
mentre il mare s’addormenta
e la luna irradia la sua
pallida luce,
là dove le stelle
sfavillano nel soffice manto
e Zefiro intona il suo
armonioso canto,
si laggiù, là in fondo,
dove le illusioni ed i sogni si dissolvono
e per magia tutti i desideri s’avverano,
dove nuovi misteri nascono
e i sentimenti più non si nascondono,
là, le anime innocenti
degli amanti di oggi e di ieri
per sempre si uniscono
per cantare l’eterno inno d’amore
là giù in fondo, all’orizzonte.

Passa maggio

su tentacoli verdi spinosi ostili
scoppiano rossi di tutti i toni
una domanda di perdono aliena
che poi dobbiamo vivere ancora
in questo universo tutto di tutti.
così scordare le spine potremmo
se dalle dita sbocciassero rose
a parare i graffi dell'anima oltre
i danni che ne fossero venuti.
lo sfogo spezza ogni catena poi
si placa passa come nulla stato.
i petali scossi cadono seguono rigagnoli
fangosi tra mille altre perdute bellezze
ormai rassegnati a diventare oblio
nascono bacche turgide, immemori dei fiori.

Isola nella corrente

Stanotte, con te.
Panama lontana. Notte scura
amico mio (se posso dirlo)
che sempre ho cercato e mai trovato
e come me... mai vissuto.
Parlar tuo di pesci e sorrisi
e fiestas grandes che chi t'ha letto sa.
 
Cancro di segno e di vissuto
ai fiumi i tuoi racconti
d’infanzia nel sole e isole di correnti
natura e passioni d’amore
di Mercurio e Nettuno in sesto.
Dei Gemelli hai girato tu stesso forte
e così debole uguale, come me
istrione… e padre a volte.
 
Vanitoso e capriccioso amico
tristemente perduto.
Cosa avresti
raccontato mai di corride
e toreri, di caccia grossa o di morte?
Troppo intelligente e irrazionale
per vivere ancora.
 
La morte, tuo viaggiare infinito
finalmente raggiunto...
Generazione la tua perduta.
Amor di vita
gettata ad alcool e racconti immortali.
Elettrochock fatale
per te perduta memoria, fucile
...nostalgia.
 
Lasciata onda del mare di una notte
che nessuno presto ricorderà
...e fugge perduta.
Credimi, come vorrei che tu fossi qui
tra le mie parole stanotte
tra le parole tue che leggo
e queste mie... che scrivo.
 
Dieu soit avec toi, mon ami
...Adieu.

dolcezza d'altre epoche

Sono usciti da stanze disordinate
di voce
brividi puri come un cielo chiaro.
Nella periferia d’uno sguardo
un misero azzurro
alza il mento
e si raduna intorno alle ciglia.
Lo riconosco. E’ parola viva,
amore che alle labbra
confida piogge di fuoco.
Velocemente arriva un sospiro,
un mucchio di dolcezza d’altre epoche.
Ha ragione la pelle che trema:
è breve la strada che dal desiderio
porta al mare.

Questa notte

-Questa notte-
la bonaccia sarà sul cigolio di un sogno .
L'alta marea avrà il tuo nome
e mi coprirà d’immenso,
sciogliendo ogni nodo di vento
per farmi volare ancora .
Stanotte stringerò lembi di essenze
quelli distesi nel nulla,
come miraggi di insenature.
-saprò che un refolo caldo sarà la tua emozione-
Mi alitano accanto i tuoi giorni,
con memorie di pensieri muti
-ed io-
come farfalla sulla foglia,
aspetto che la primavera passi in fretta.
Mi dolgono le ali certe volte,
dai lunghi voli sulla fantasia
fatti di pioggia,grandine e di niente.
Perforo l’orizzonte ogni mattina,
bruciando tra i colori dell’arcobaleno
e bevo lunghi sorsi di passione
-per tacitare la mia sete-

 

tovaglia a fiori

parrebbe naturale
di questi tempi oscuri
il bianco e il nero
o il grigio metallo
di un imminente cielo
ed esser dunque cupi
comunque amareggiati
per tanti volti vuoti
di fantasmi senza veli
corpo e faccia
umiliati e vinti
ma si sa
è meglio l’illusione
di colori coi sorrisi
riflessi da uno schermo
che riempiono cervello
e piatto vuoto
sulla tovaglia a fiori

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