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blog di Franco Pucci

Poesia persa

Il giardino dei padri

[nel giorno della festa della mamma,
un pensiero anche per mio padre]
 
Era il ’68 quando sei partito
per un viaggio non programmato
mi hai lasciato un tempo fottuto 
dall’egoismo che é poi dilagato.
 

Tutto di me, tranne l'amore

Vi lascio un cesto tessuto di alghe marine colmo di emozioni, 
ali di gabbiano sognate e scritte sui fogli azzurri d’infiniti cieli, 
primavere di lacrime terse dal desiderio ardente di nuovi soli,
passi incerti nei tratturi improbabili attraverso campi seminati 

Orme e dintorni

Strane impronte le nostre, schive, convesse, 
abili nel respingere qualsiasi velleitario tentativo di memoria,
restie al trattenere il più recondito ricordo dei nostri passi.
Strane impronte le nostre, niente viene raccolto, 
tutto sfugge via, lasciando irrisolte le azzardate premesse.
 

Come un pipistrello

come una nottola cieca
appeso agli anfratti del tempo
ho atteso l’imbrunire della vita
per dispiegare le ruvide ali
zigzagando con volo isterico
guidato da un radar difettoso
 
milioni di parole sconnesse,
promesse e facili illusioni
hanno segnato il mio volo

Mi manchi

Dedicata a mia madre
 

mi manca il tuo sguardo 
a volte sì severo 
che a stento mascherava 
il tuo umore nero
 
mi manca la tua voce 
distrutta ormai dagli anni 
di troppo fumo usato 

Una allegra tristezza

Dedicata alla "Piccola Mary" (TheoneThing) 
 

non è vero che racconto tristezza
sapeste come rido sguaiato
dentro di me, eppure lo pensate
 
non si vede, perché sto mentendo
ma rido, credetemi, sono allegro

Equilibrista per amore

Provetto equilibrista in bilico sul filo delle parole tese tra di noi 
insceno da consumato guitto una pantomima di un unico atto, 
mentre la luce della porta del cuore  lasci aperta a bella posta 
filtra il lampo dei tuoi occhi, abbagliato perdo l’equilibrio, cado.
 

Poesia muta

Amore mio avvolto in cineree parole
ho occhi troppo stanchi per scriverti
ho pensieri plumbei appesi al vento
mani incontinenti rapite di anarchia.
 
Laccio emostatico che blocca il fluire
delle emozioni gelate a fior di labbra
l’amore che ho dato a questa pagina

Respiro a metà

Perché il respiro si è inerpicato lassù stanotte?
Perché questa sottile angoscia tra le pieghe dell’anima?
Eppure sei qui al mio fianco, come sempre, ma stanotte
il nostro respiro è rimasto orfano del mio, chissà perché.
 

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