blog di Franco Pucci

È un cielo di garza.
 
Nell’imbrunire una rondine smarrita
volava stranita, straniera all’amplesso

Colleziono i ricordi come francobolli usati
ritagli di vecchie cartoline dai colori sbiaditi
emozioni sbocconcellate, dai profili usurati

…e ti scopri ipnotizzato
dal gorgo del lavandino
alzi gli occhi e t’incontri
straniero in un riflesso…
 

[vorrei accanto la tavolozza
i miei pennelli, i miei colori
l’odore acre dell’acquaragia
il mare riflesso sugli smalti]
 

E poi mi siedo e inseguo le emozioni
che volano alte e si perdono nel blu.
Dall’altana sulla mia nuvola attendo
altre primavere giovani e meno ostili.

Ti narrerò, riavviando i fili d’argento,
quasi fosse erba tenera su cui sognare
come abbia inciampato nella vita -ieri-

Quando il silenzio perde la voce
è allora che dai nome alla paura.
 
Una cuna di luce come soffice bambagia
mi ha ninnato per quel tempo indefinito

*dedicata a Fulvia e Fabio per il loro matrimonio
 
Non so quanti passi dovrò contare
prima che questa emozione si sciolga.
 

E poi ritrovarsi
nel sorriso di vecchie foto
accarezzare i profili
disegnare gli abbracci.
 
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