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blog di Franca Figliolini

E come Elettricità

divenire elettricità
flusso
scorrere
                  nella trama di rame
che innerva il mondo
di rosso dorato
 
di nodo in nodo
illuminare
la notte
il buio
                 scorrere
 
oppure essere fulmine
con una parola
uno sguardo
 
                 o un verso
 

Tout se tient (a Ezio)

Il torace spaccato
Come per un’operazione a cuore aperto

La pulsazione
il flusso nell’aorta
il contrarsi spasmodico
il fibrillare
                    
   Ah

Ergo esisto - dico
                     Ho un cuore
                     e un corpo che l’alimenta
      
      Tutto concorre
      dunque
      tout se tient
      
Adesso c’è sole assai
: mi limito a vivere          
                     

 

Verde

 non c'è bisogno d'altro
se non di luce
 
vivi
vivi
vivi
 
ascolta e canta
          il soffio l'alito il respiro
 
come erba
erba verde e lucente
rorida
gonfia di linfa
che si scalda al sole
 
 

Come rive le ciglia

 come rive le ciglia

a contenere il tracimare dello sguardo
 
fragile confine tra il sono
e il sarei
 
- oggi ho gli occhi accecati
dal riverbero dei sogni -
 
 

La parola P E S C E

- Venga signo', venga. No 'a  vede? E' ancora viva!!!
La parola  P E S C E  in effetti guizzava sul marmo bianco, ad ogni contorsione mostrando uno dei suoi plurimi significati,
Persino quelli mistici, pensate, che sono i primi ad andarsene, insieme ai sali minerali. E anche quelli volgarucci, come si sente da quella nota un po' forte nell'odore…
Di quel tizio del mercato, però, io non mi fido. Così gli dico, arricciando il naso:
- Ma se puzza? E poi mica me la posso mangia' viva, tanto. Allora meglio morta stecchita, e ben surgelata.
E me ne vado, lasciandolo con un palmo di naso.

:-))

Se non io, le parole

I
- Io non vivo
- Ma non puoi scrivere se non vivi
- Eppure scrivo
- A dire il vero non potremmo nemmeno parlarci
- Ebbene, stiamo parlando
- Ah, si. E cosa ci diciamo?
- Ero io che dicevo: io non vivo
- Ma non puoi scrivere se non vivi
- Ti ripeti? Mi ripeto anch’io. Eppure scrivo
- Allora, saranno le parole ad essere vive
- Se non io, saranno le parole ad essere ancora vive,  sì

II
Parola dopo parola
                       [segno dopo segno]
comporrò un’esistenza
avrà nuovo nome e nuova linfa
e camminerà per il mondo spavalda
come io non mai

Non sequitur

In ogni scritto, caro Ferdinando, abbiamo delle parole intenzionali, quelle che dobbiamo respirare appieno perché lì è lo spirito dell'autore, e altre non-intenzionali, ma messe perché andava colmato un apparente vuoto, sia questo costituito da un legame sintattico o anche da un percorso logico che si riteneva di dover seguire. Ebbene, come la vedo io, tralasciare queste seconde parole non solo non danneggia il lavoro ma addirittura lo amplifica proprio attraverso quei silenzi che le tolte parole riescono a creare.
(ormedelcaos)
 
 
Ossignore e chi me lo doveva dire che io, adesso
-proprio adesso che pure gli ormoni fanno le bizze e il cuore batte a mille e il respiro s'affanna e non ho tempo, non ho mai tempo adesso-
chi me lo doveva dire, dicevo
-ma a chi dicevo, a chi? a quante persone corrispondono questi pixel, e a quali e io dove sono se sono loro e se non sono, sono? me la sono e me la canto, io-
dicevo qualcosa? cosa dicevo?
- dicevi: chi me lo doveva dire.
ah si, ecco: chi me lo doveva dire adesso che bisogna riprendere in mano, riprendere in mano tutto ciò che non è o che è o insomma, giù di lì, riprendere in mano tutto e...
 
...comprimere tutto l'universo in una palla 
E farlo rotolare verso una domanda che opprime......
 
ah, lasciati andare lasciati andare: respira, respira e canta.
lo senti? lo senti?
 
...allora andiamo tu ed io...
 
perché se io ci sono, ed è un'ipotesi non verificata, allora forse anche tu ci sei.
e se c'è un noi c'è amore. e questa è una parola intenzionale l'unica parola intenzionale. il resto è contorno, specchio, riflesso di riflesso. il resto è silenzio. e zitta sto.

(a orme, a gil, a tutti)

Questa è la parola

questa è la parola, questa
il chiodo che scaccia il chiodo
la panacea di tutti i mali e tutti i
                           [così così
recitati a bocca stretta
agli angoli delle strade
               nelle notti piovose e umide
sempre piovose e sempre umide
mio dio!
 
la parola come freccia
scoccata dall'arco delle dita
che rotola o tintinna o scivola lieve
 
         .....lieve lieve....
 
d'incanto
all'incanto dove io vivo e sto
bandita da un'abile dicitore
un auctioneer dalle doti non comuni
di ritmo e precisione
 
un poeta insomma
un altro maledetto poeta
intrappolato dalla malia del fare


Contrappasso

 allora noi che fummo vele

                 vele gonfie e tese al vento di ponente
 
[zefiro mediterraneo
         dolce
                  dolce
                           dolce
          che impregna di mare l'aria
a molcire il core]
 
noi
in un qualche quando
cammineremo
                 raccogliendo conchiglie
su una spiaggia di bianca pietra
smussata dall'azzurro
 
 

Percorso

 può darsi che sia così
che ci sia un percorso una strada un sentiero
su cui siamo e camminiamo
                              in posizione eretta
scalciando sassi verso il ciglio erboso
immersi nella noncurante bellezza
noi e gli altri da noi
col fiato corto e gli occhi bassi

ma io sono di quelli che rallentano la marcia
che prendono il sasso in mano
                         e lo guardano a lungo
che alzano gli occhi alla vampa del sole

ma sappi che non l'ho voluto
non ho voluto niente
non ho voluto niente mai

solo, accade e sola sto
poco prima della svolta
dove la strada si perde e noi con lei

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