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immagini come memoria

di Odo Tinteri

fuori dal copione

fuori dal copione
 
impietrita
bloccata
con la bocca
spalancata
non
farlo
non
provarci
mai più
è forte
il gelo
dentro
adesso
non cambiare
il copione
che
da
bravo
attore
reciti
ogni giorno
non scendere
dal palco
declamando
una verità
che
mi
uccide
Vorrei
uscire
dal teatro
adesso
ma fuori
piove
forte
troppo
forte

 

immagini come memoria

di Odo Tinteri

Lontano dagli occhi...

… lontano dal cuore

E' l’assurda situazione
di chi si trova solo ad amare
quando chilometri di strada 
e vortici della vita
ci tengono distanti
in una storia che ci scivola tra le dita
 
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore
a volte forse è meglio...
pensare a fare lo scrittore!

L’uomo in grigio / 1

Era in volo da oltre sei ore. Sull’Atlantico, che sotto di lui brillava come un vasto lago tranquillo. L’aereo di linea seguiva la rotta di sempre, alto tra le rade nubi bianche di quel giorno luminoso. L’uomo in grigio stava seduto nella poltroncina assegnatagli, accanto al finestrino. Aveva rimosso il nodo della cravatta nera, e non aveva toccato la coppa di prosecco postagli accanto dall’hostess in azzurro. Aveva sua madre in mente. L’ammirava facendo il segno della croce, tutta vestita di scuro con un guizzo di luce negli occhi dietro gli occhiali. Era morta da ieri. Da ieri aveva finito di tribolare, nascosta sotto falso nome nei dintorni di Bologna. La madre del pentito scappato in America.

L’uomo aveva lo sguardo stanco, quando decise d’abbassare la tapparella scorrevole del finestrino, privandosi della vista meravigliosa della sponda d’Europa ormai prossima, con Lisbona sotto di lui come un gioiello. Voleva restare coi ricordi di mamma, con l’odore del pane fresco e del mirto, il sentore di casa in una via d’Agrigento. Anni d’esilio non avevano cancellato nulla. Neanche l’ultimo gemito del padre morto ammazzato, e del fratello. Né l’occhiata di don Calogero ai funerali. Il suo abbraccio. Leggi tutto »

Impalpabile il Gesto a Fior d’Acqua

 
Impalpabile il Gesto a Fior d’Acqua
 
(Senza senno)
 
Molteplici e confusi,
i miraggi stralunati,
a limitare il quieto vivere
dal breve sogno d'essere
falco e nuvola,
marchiando a ferro e fuoco
l'ossido del cuore.
 
(m’insinuo al seno)
 
L'istante scopre il velo
e lo rinnova,
su bocche rosse
di primavera,
nell'ansimareazzurro
sotto la veste fragile
che notturna invita
tempeste fiorite
sul guanciale di resa
al dolce morire.
 
(delle tue ore)
 

 

...come fossi il mare.

dolce tepido mare mio
che dagli azzurri e blu
il verde succhi e ti riempi
gli occhi brillanti per schiarire
le mie notti insonni
quando ti aspetto nelle onde
che ti portano e riportano via.
Lascia che la mia prua
profonda ti solchi a frangere
la marea e mareggi oltre
l'altra semplice scia
che giammai si cancella.
Profuma di altre essenze
questo legno e d'altri salmastri
la tua ondata che ora monta
lambisce e bagna
la riva di questa nostra vita
che ancora cerca un senso
nel sogno che ci prende.

Se...

se questo è un sogno
vorrei poterti legare
in quella nube bianca
lassù in cima
un castello da fiaba
dove poterti raggiungere
sempre ad ogni desiderio mio
e rispondere ai tuoi
che da lì si spargerebbero
come raggi di luce
a rischiarare questo cammino
che viepiù si oscura.

Musica di mare sugli smalti della sera

Respiri in si bemolle alla deriva
su un mare che riposa muto.
A sera la betulla all’imbrunire
ricama note tra le foglie argentee.
 
Il vento traccia i segni in superficie
e alla radice sposta l’onda e il sale.
 
Quando il tramonto smalta il mare
un suono impercettibile si muove
tra musica d’insieme e incanto.
 
Un falena danza la sorte del destino
incurante della vita e della morte

Acqua

Acqua che scorre il planarti d'anima, la rissa dei fianchi maestosa sorride alla brezza, un fluttuare di luna i fuochi in ostaggio sulle nostre tempie.

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