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Gomitolo

 
 
Gomitolo che si srotola
scendendo dentro me
fantastica provocazione
e passione
sesso che avvolge
che odora di rosso
vermiglio
danza febbrile
di musica immorale
 
che scende ... che sale
 
che scende ... che sale

 

Manuela

solo una voce ...

 
Cade una penna dalla mano di chi scrive parole,
ed una macchia sporca  quella riga,

baci

Vedi
quante spine ho qui nel petto?
E' che raccolgo fasci di rose scarlatte
per  farne canestri di baci
Allora mi pungo e mi arrosso.
Capita, sai?
Ma che viva che sono
e nessuno intreccia baci
che fanno sanguinare più dei miei

 

 

Eri

Eri vetro e ti sei incrinata
Eri fumo e ti sei dissolta
Eri pianto e ti sei asciugata

Ora sei amore. Solo così vivi.

Riemersi nelle tenebre

 

e fu notte di corvi sui covoni
gracchianti sulla cima del cielo
a due passi dalle porte

e le vidi aprirsi quella notte

dopo aver apparecchiato
con pane affettato
mandorle e noci per i morti

e li vidi passeggiare a due a due

dopo aver tolto i coltelli
e ogni oggetto tagliente dalla casa
prima che la luna scomparisse

in processione vestiti a festa

emersero da un buco sul soffitto
per andare a rivivere  sui tetti
prima che la notte si sfuocasse

poi vennero inghiottiti dalle ombre

quando l’occhio guardò l’immagine
si scolorì la vena dello sguardo
che gettai sul pane morsicato.
 

Seta

fear
(foto presa nel web)

Seta è il tuo sguardo
che scivola lieve
sulle mie nude spalle
che morbido avvolge
i miei solidi fianchi.
Del tuo sguardo
ora fiera mi vesto
col tuo sguardo

come fiera mi nutro.

Thailandia - Mercato gallegiante

Amo la vita.

 
 
Amo la vita
ed è un amore stupido, lo so.
Ma io amo la vita come un giullare infermo
che trae vecchi balzi
per incontrarsi ancora.
 
Amo la vita, anche se dura e incerta.
La amo perché ti incontro
ed hai mille facce che non so
ed ogni faccia cento petali
ed ogni petalo dieci dita da sfogliare
per ogni mano una storia a grandi linee
tutta da decifrare.
 
Amo la vita, anche se buia e vuota.
Ed amandola come fosse un geranio
la innaffio di grandi speranze
e reiterate illusioni.
Poi, la terra dei giorni a venire
è ancora tutta da dissodare
forse le pietre, forse la siccità
ma che cosa cambia?
Io amo la vita come si ama un figlio.
 
Sì, sì, amo la vita per quanto aspra e ingrata.

Crisalide in tana.

Sento la mia stanza vicina, come amica.
conosco la luce i suoi colori
gli odori, il vecchio respiro
d'arredi modesti, consueti
dove cassetti semiaperti
come bocche stupite
mostrano rinfuse pagine sparse
lette non lette rilette
scritte e mai scritte
scarabocchi e schizzi
per disegni e sogni mai finiti.
Alito di essenza amara, stantia
da un lampo fucsia
tra le lenzuola del letto sfatto
intimo dimenticato mai reclamato.
Da sulle mensole insicure
aromi di verzure appassite
rami fioriti ormai risecchiti
di sbiaditi incerti colori.
Pietruzze e legni in forme curiose
suggestive
raccolte in giro distrattamente.
Rifugio, sempre più bozzolo
dove attendere la prova di rinascere.
 

 

Vivezza.

Tu sei non sei
dovresti prendi fai vai torna
non capisci.
Allora ho galoppato
l’infanzia l’adolescenza
con selvaggi cavalli nella brughiera
lì in periferia e non m’importava
se inconcludentemente.
Saccheggiato nidi e tane
d’ innocenti esseri
pisciato su aiuole fiorite
rovesciato gerani da balconi
insolentito vecchi scemi
e non bastava mai perché
nessuno si accorgeva
che esistessi.
Solo la voce il contatto
di lei mi riconciliava
nulla chiedeva nulla voleva
sapeva accettava me l’alieno
amore materno mi dava.

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