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Il grido

Bagliori di luce che squarciano l'aria
disgregano
smembrano
la notte di veglia.
Immobili ed inutili,
la donna ed il morto,
nell'ombra la lama
il sangue
la colpa.

Ayline

Ferma sulla scogliera
Ayline,
a domandarti
se questa è vita,
o lo sarebbe l'altra.
Non ti trattiene
l'esistenza vuota
di passi stanchi
etroppo spesso incerti.
Il tuo respiro Ayline,
il pianto sordo,
diretto al cielo
d'un gelato aprile.
Spengi la luce
convulso mare
serra il bel volto
tra le braccia eteree.

Storia di un amore

Il tempo che consuma non ritorna,
disse la luna al sole
prima di impallidire.
Il sole la rincorse senza sosta
ma non riuscì a sfiorarla,
nemmeno per un attimo.
Poi la fissò in silenzio
da lontano,
ed in eterno
attese il suo ritorno.
 

L'angioletto sull'albero di Natale

Tantissimi anni fa, un 24 dicembre, Babbo Natale stava prepandosi per la grande nottata. Arriva alla stalla delle renne e scopre che stanno tutte male con la dissenteria. Le cura, pulisce e le attacca alla slitta.
Poi va al grande magazzino dei regali, dove può constatare che i nani sono in sciopero e gli elfi decimati dall'influenza.
Per soprammercato i doni nuovi non sono arrivati e di quelli vecchi ce ne sono pochi interi e funzionanti.
Bofonchiando tra sé e sé Babbo Natale riempie comunque due sacchi di doni, se li porta fino alla slitta e li carica.
Solo a questo punto scopre che uno dei pattini della slitta è rotto.
Scarica tutto, stacca le renne, gira al contrario la slitta e, faticosamente, cambia il pattino. E poi di nuovo attacca le renne, carica la slitta ed assicura il carico.
Con la luna per traverso ed il sudore che gli cola negli occhi, Babbo Natale va a casa, per farsi una doccia ma, sullo scalino di casa scivola sulla sottile lastra di ghiaccio che si è formata e cade a terra dando una gran culata.
Imbufalito si rialza, entra sbattendo la porta, semina i vestiti dietro di sé e va a farsi una doccia.
Mentre è sotto il getto caldo sente suonare alla porta: "Dlin dlon".
Recupera un asciugamano e, grondante d'acqua e d'ira va ad aprire.
Sulla porta c'è l'angioletto, appoggiato al grande abete che ha appena portato, che chiede a Babbo Natale: "Babbo, dome lo metto quest'albero?"

E' da allora che, per tradizione, l'angioletto si mette proprio sulla cima dell'albero ...

"Una giornata particolare"

Sulla facciata grigio chiaro
del nostro scolorito palazzo
qui a Pietroburgo, a un passo
dalla Prospettiva Nevskij,
questo nostro inverno russo
sta appeso alla ringhiera di ferro
e sui cornicioni.
Il ghiaccio scioglierà in estate
tuo padre tossisce ora
“Ci vorrebbe del pane”.
 
Dai vetri della stanza
Il brusio assordante…
tra il vapore del nostro fiato
la gente nelle strade, un fiume in piena.
Le campane delle chiese
suonano indomite
a coprire i colpi dei cannoni
dell’Aurora sulla Neva
e della polizia gli spari alla cieca sulla folla.
 
In un istante, anche noi
siamo laggiù, si rotola giù si spalanca il portone.
“Se vuoi, baciami adesso amore
io sono qui” e quasi urlando.
“Fallo dai… che aspetti?
Potrebbe esser l’ultimo.” Dico.
“Oppure il primo”. Rispondi.
“Che si cominci a mangiare… almeno”… sussurri.
Sei bellissima…
 
Sulla strada la gente vola
e anche tu, anch’io…
sulla strada voliamo tutti…
volano i nostri vent’anni.
Ho imparato a odiare, penso.

25 dicembre

ma chi è nato, oggi
il re del paese dei balocchi
ha sciorinato in ogni dove
dolcetti caramelle e cose nuove
una festa dell'avere più che mai
tante luci colori a caro prezzo
da sgranare gli occhi.
Fosse di Saturno l'opera grande
che ricacciar vuoleva agli inferi
i mostri del verno che l'età dell'oro
agognavano per se m'adeguerei
ma troneggia sulla mensa sacra
un gesso di bambino seminudo
che di povertà è segno non di agio
ed ha tutto intorno il minimo aiuto.
Forse non ho giusto intendimento
credevo fosse il dì del sacrificio
nel quale rammentare con l'aprire l'anta
colui che disse in pace e fratellanza
sia condivisa tutta l'esistenza.
Gironzolano i peregrini tra i banchi
guardano e s'illudono negletti
di far parte della festa ridondante
a sera poi eccitati e speranzosi
che al banchetto siederanno prima o poi
s'accucciano tra i cartoni
nelle brande.
 

"Ancora qui"

Ancora qui,  sempre inchiodato
a questo rostro
ancor da solo, sempre al mio posto
come un punto passeggero, speme al cielo
che mai cada pioggieria.
 E gloria sia, al culmine
che piantino cuori e viti tra noi
e poi… che Dio urli pur quanto vuole
che non senta se a Lui duole.
ma pur sempre sia e resti in noi
almeno l’urlo di chi, a qualcosa aspira.
 Gioco da sempre, ancor pur sempre
al passo dei miei quattro lai.
qui al porto dove sempre più
navi, troppo spesso non salpan mai.
Seguo la notte di luna lunera
falce che spera e fili d’argento.
L’ombra accompagno sera per sera
a lei io sarò sempre accanto.
 
Ancora vestito di questo buio
spaventisse  l’sole se deve
sempre più in alto camminerò se necessario
ancora una volta.
nulla e poi nulla, mai, mi fermerà.
Sotterrino i tanti, riesumano i santi
in questa sudicia città di stupidi
crescan magnolie, scelgano i martiri.
Facciasi pur quel che si vuole,
mai e poi mai mi unirò con questi.
 Quest'ultima decima de “la volontà”
a questo comando con me non passa e mai passerà.
Sia classe di vita a salutar chi arriva
mai sazio e mai sia, oppure che mai
s’abbassi la guardia, a questo scambio
di volontà occulte.
 
Proclamo! Si ribellione. Sì, la proclamo.
Che sia (per dio!) contro ignoranze
dedite e consunte.
Cristo ci resti in croce piuttosto
se questo può salvarci ancora.

Scirocco

Ha soffiato di scirocco
questo Natale
 
Per il resto
: i gesti ripetuti
nel consueto ritrovare volti
 
Come un precipitare del tempo
a contare le assenze
e scoprire i nuovi
 
Ogni tanto
il cuore che si distrae
e cerca il suo altrove

l'amico smarrito

Ora che tutti se ne sono andati
resto da solo a meditare
dove trovar lievi parole
che mi consentano di dimenticare.

Scendo a patti con il destino
di chi si sente condannato,
lasciagli credere crudele assassino,
che la sua vita non solo è Peccato.

Non è il momento per cedere il passo
amico mio dal cuore dolente,
lascia che il vento che viene dal basso
soffi la cenere dalla tua mente.

a te Buon Natale ...

 
Buon Natale a Te :
a te che non mi conosci
a te che sai chi sono
a te che passi e non leggi
a te che  leggi in silenzio
a te che scrivi le tue parole
a te che le prendi e le fai tue
a te che pensi
a te che ti lasci trascinare
a te che nel tempo passi a guardare
a te che tieni chiusi gli occhi e vedi
a te che mi accompagni
a te che sei lontano
a te che mi guardi dentro
a te che ti presto un ombrello
a te che passo e vado
a te che mi soffermo per due parole
a te che credi nell’amore
a te che l’amore ti ha deluso

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