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blog di Azriel

Un giorno d'inverno

Si spengono le luci della festa
e resta l'ultimo sorriso amaro
tra i fili d'erba e il grano dei capelli.
E poi dolore senza spiegazioni
mentre più nulla ci riporta indietro
solo un po' prima di quell' attimo imperfetto

Senza parole

"Vorrei fosse il prodigio della notte 
la causa delle lacrime che segui con le dita 
e che non rimanesse solamente un'alba 
prima di ricominciare ad esser nulla. 
Credo soltanto che tutto acquisti un senso 
se si è capaci di ascoltare nel silenzio. 

Janis

"E' volata via Janis, 
leggera come il vento
e ancora oggi la vedo in ogni donna
senza poter più chieder nulla,
senza che nulla mi possa esser più chiesto.
Amava il fiume Janis,
lo scorrere tortuoso delle acque

L'ultima notte

"E nella quiete posso finalmente piangere
di fronte al cielo che sembra prender fuoco,
mentre il tuo abbraccio parla senza dire
chiedendo inutilmente tempo al tempo.
E tremi forte perchè non ti so spiegare
che cosa ne sarà di noi dopo stanotte,
e fingo di non scorger lacrime di vetro

Bloody sunday

Bernard McGuigan sollevava un fazzoletto bianco,
in un groviglio di fucili e anime,
e lo stendardo fiero si tinse del suo sangue.

Il grido

Bagliori di luce che squarciano l'aria
disgregano
smembrano
la notte di veglia.
Immobili ed inutili,
la donna ed il morto,
nell'ombra la lama
il sangue
la colpa.

Ayline

Ferma sulla scogliera
Ayline,
a domandarti
se questa è vita,
o lo sarebbe l'altra.
Non ti trattiene
l'esistenza vuota
di passi stanchi
etroppo spesso incerti.
Il tuo respiro Ayline,
il pianto sordo,
diretto al cielo
d'un gelato aprile.
Spengi la luce
convulso mare
serra il bel volto
tra le braccia eteree.

Storia di un amore

Il tempo che consuma non ritorna,
disse la luna al sole
prima di impallidire.
Il sole la rincorse senza sosta
ma non riuscì a sfiorarla,
nemmeno per un attimo.
Poi la fissò in silenzio
da lontano,
ed in eterno
attese il suo ritorno.
 

L'attesa

 

Venne Settembre
e s'alzò il primo vento.
China sulle ginocchia stanche
Maira si rispecchiò nell'Acqua
e quella la fissò senza parlare.
Serrata tra le mani una promessa.
Venne Gennaio
 e raffreddò la terra.
Distesa sul declivio
Maira interrogò le Stelle
e loro le risposero brillando.
Infine arrivò aprile
che rinverdì i giardini.
Ferma sul portico di rose
Maira guardò il Cielo
ma non riuscì a scorgervi nulla.
E districando trame
di sogni scoloriti
toccò la vacuità della sua vita.
Nessuno più la vide
da quel giorno.

In un sacco di juta verde orlato d'oro

Nei giorni dell'ira
coperti di polvere
anche la pioggia lacrimava sangue.
La giovane vedetta
accanto al guado gelido
tremava
di freddo misto a rabbia,
fucile al braccio
e sguardo perso
di chi se ne sta lì per caso.
Sparpaglia l'innocenza e i desideri,
le ataviche paure e le carezze perse
in un sacco di juta verde
orlato d'oro.
Il tuono copre un gemito scomposto,
riflesso in altri occhi il tuo morire.
Nascerà l'erba
un giorno
vicino al tuo giaciglio.
Smonta la guardia,
nessuno all'orizzonte.
 

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