Nun solo la scherma moderna. La classica, dove se po' corpì solo de tajo, perchè vietata la stoccata e le armi so' più pesanti e meno bilanciate. Spada e cappa. Spada e stiletto. Doppia spada. E altre cose, pure più esotiche.
E vabbè, ognuno ha er diritto all'hobby sua, pure se so' strani. Però da un certo tempo, je venuta 'na mania strana, tipo fight club. Cioè se messo a duellà.
Se vedono er sabato mattina, quattro scemi. Li secondi. E du' polli che se pijano a spadate. Vestito co' pantaloni neri e camicia bianca, senza 'na manica ner braccio do' tengono la spada. 'Na fascetta 'n pelle pe' protegge la giugulare. 'N cinto sur braccio armato, 'Na conchija sull'inguine. 'Na maschera da sci sull'occhi. 'N guanto 'mpeciato con cui tengono l'elsa.
Li secondi perquisiscono i duellanti, pe' verificà che quarcheduno bara. Magara sotto la camicia c'ha'na maja de metallo, ottenuta dalla rete de 'na vecchia branda.
Se verificano le armi. Du' spade differenti, ma de peso, misura e lunghezza uguali. Con le lame affilate, che se provano tajando un fojo de carta bagnata. E senza 'n filo de ruggine, che cor tetano nun se scherza.
Se salutano. Co' 'n inchino e mostrando le armi. Se mettono 'n guardia. E cominciano la loro danza. A vorte lenta. A vorte veloce. Se studiano. Freddi e velenosi come serpenti. Incrociano con lame.
E vedendoli, me scordo la loro idiozia, e ammiro la grazia dei gesti. Passano li minuti, ar primo sangue se blocca tutto.
E se ne ritornano a casa, a disinfettà le ferite. E io me chiedo perchè. Forse pe' lo stesso motivo che spigne le persona a corrè nella notte pe via Palmiro Tojatti, co' macchine modificate all'impossibile. L'adrenalina ner sangue. L'amore pe' la Morte. Er gusto della sfida che nun è pieno, senza er rischio der sangue
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