Scritto da © ferdigiordano - Sab, 21/06/2014 - 12:21
Invito per la Corale
A: WEBstoppisti e liberi viaggiatori internettiani, iscritti a Rossovenexiano e non (ma se avete versato la quota di sostegno, avrete di che godere...).
Come: componendo dei versi che abbiano al loro interno il concetto di “gioco” riferito a qualsiasi aspetto della vita o oggetto che viene a contatto con noi.
Importante: come per tutti i giochi, ci occorrerà rispettare delle regole di seguito riportate:
a) tranne per il titolo della composizione, al suo interno è vietato l’uso dello stesso lemma o forma sintagmatica;
b) è vietato l’uso di verbi all’infinito o gerundi;
c) è vietato l’uso del complento di termine (dativo) come da es.: “sfilano i fianchi alle nudità delle mani” (non dirò da chi è preso, giacché è un luogo comune e piuttosto abusato, intanto però mi scuso con chi lo ha usato);
A: WEBstoppisti e liberi viaggiatori internettiani, iscritti a Rossovenexiano e non (ma se avete versato la quota di sostegno, avrete di che godere...).
Come: componendo dei versi che abbiano al loro interno il concetto di “gioco” riferito a qualsiasi aspetto della vita o oggetto che viene a contatto con noi.
Importante: come per tutti i giochi, ci occorrerà rispettare delle regole di seguito riportate:
a) tranne per il titolo della composizione, al suo interno è vietato l’uso dello stesso lemma o forma sintagmatica;
b) è vietato l’uso di verbi all’infinito o gerundi;
c) è vietato l’uso del complento di termine (dativo) come da es.: “sfilano i fianchi alle nudità delle mani” (non dirò da chi è preso, giacché è un luogo comune e piuttosto abusato, intanto però mi scuso con chi lo ha usato);
d) potete aggiungerne altre se coerenti con la finalità del gioco (diventare un po’ tutti più vari ed ariosi... Credo, ma non ci giurerei)!
Indispensabile: l’uso di tutte le forme retoriche in poesia, o tentativo di scrittura (lo dico per me), quanto più azzardate è possibile, ma non per questo incoerenti. In poche parole, siate più vicini a Chomsky, di quanto questi lo è stato a voi (La teoria di Chomsky, nell'affermare che la grammatica è una competenza mentale posseduta dal parlante che gli permette di formare infinite frasi e si basa quindi sulla conoscenza innata dei principi universali che regolano la creazione del linguaggio. Cfr. Wikipedia).
Lunghezza: non eccessiva né sparagnina.
Qualità: nessuno giudichi, giacché nessuno è sopra o sotto (biblico, forse, non so, ma davvero saggio),
Stile: il vostro, ma con la variante che se state pensando ad un verso mare-cuore-amore-ecc., usiate queste parole correlate nel modo più creativo possibile.
Perché: è un gioco, forse (per tutti), in cui non c’è competizione ma contaminazione (questa è vecchia, però efficace).
Quindi: se ritenete che sia piuttosto complicato e non adatto a Voi, smettela di pensarVi Autori, ma dedicate più tempo alla cucina o ai giardini comunali. Nulla Vi è impossibile se scrivete tanto e commentate poco (o molto, a seconda dei casi).
Piuttosto: se a qualcuno venisse in mente di ironizzare su quanto sopra descritto, risponderò per le rime (anche versi sciolti) e, nei casi più gravi, bucherò le scarpe dei malcapitati perchè non sfuggano alla giusta ira degli dei attraverso raffreddori e febbri terrribbbili.
Salvo errori e/o missioni.
Ferdi
Pies: more solito, comincerò io non appena mi sarò reso conto di quanto è complicata la faccenda...
Pies2: sono anche disposto a portarla avanti da solo, ma la minaccia Vi coglierà da lontano!
Indispensabile: l’uso di tutte le forme retoriche in poesia, o tentativo di scrittura (lo dico per me), quanto più azzardate è possibile, ma non per questo incoerenti. In poche parole, siate più vicini a Chomsky, di quanto questi lo è stato a voi (La teoria di Chomsky, nell'affermare che la grammatica è una competenza mentale posseduta dal parlante che gli permette di formare infinite frasi e si basa quindi sulla conoscenza innata dei principi universali che regolano la creazione del linguaggio. Cfr. Wikipedia).
Lunghezza: non eccessiva né sparagnina.
Qualità: nessuno giudichi, giacché nessuno è sopra o sotto (biblico, forse, non so, ma davvero saggio),
Stile: il vostro, ma con la variante che se state pensando ad un verso mare-cuore-amore-ecc., usiate queste parole correlate nel modo più creativo possibile.
Perché: è un gioco, forse (per tutti), in cui non c’è competizione ma contaminazione (questa è vecchia, però efficace).
Quindi: se ritenete che sia piuttosto complicato e non adatto a Voi, smettela di pensarVi Autori, ma dedicate più tempo alla cucina o ai giardini comunali. Nulla Vi è impossibile se scrivete tanto e commentate poco (o molto, a seconda dei casi).
Piuttosto: se a qualcuno venisse in mente di ironizzare su quanto sopra descritto, risponderò per le rime (anche versi sciolti) e, nei casi più gravi, bucherò le scarpe dei malcapitati perchè non sfuggano alla giusta ira degli dei attraverso raffreddori e febbri terrribbbili.
Salvo errori e/o missioni.
Ferdi
Pies: more solito, comincerò io non appena mi sarò reso conto di quanto è complicata la faccenda...
Pies2: sono anche disposto a portarla avanti da solo, ma la minaccia Vi coglierà da lontano!
»
- Login o registrati per inviare commenti
- 16239 letture
- Di chi ridi, di me?
Cavalco il momento. In un attimo
una brigata di atomi superelettrici
raggiungono il pelo. Sono carrozze
in viaggio tra pupille e pelle, ma da casa
a scuola le nozioni rimangono a pagina tot.
Ero cotto della lingua di Gemma, le guardavo
la schiena, soprattutto i glutei. Odiavo
la scuola per quel vizio di essere chiesa.
Seduti e in silenzio, anche se il cielo
interroga continuamente. Ero appollaiato
all’ultimo banco, dove arrivano i suggerimenti
delle nuche. Aveva capelli sciolti, con un forte
accento da sole. Una stella intoccabile e cieca.
È un millepiedi la storia, o la letteratura,
le materie in genere solidificano a stento,
la memoria ha gambe insufficienti e resta
indietro con tutta la ghisa depositata
dalle parole. Io, però, cavalco. Se oggi ho un filo
di voce è perché quel nodo scorsoio
mi ha fatto prendere al lazo l’ascolto scosso,
ammaestrato e lasciato nel recinto aperto.
Non parlo dal lato vero della specie.
Fretta assassina
che uccidi il tempo
nel suo nascente desiderio
e non consoli nessuno.
Spingi verso scogliere
e sei la sola senza braccia.
Mi nascondo,
cancello ogni numero in successione.
dove l'ostacolo è permesso
ma tutto rimbalza
e torna alla sua gravità.
Cerco ancora l'ozio dell'attesa
messe lì
nei canestri sicuri.
Non c’è modo di uscirne: una porta
a lungo aperta diventa strada.
Per una porta autentica, il servizio è problematico,
misterioso – entrata o uscita? I cardini
lo sanno. I cardini affliggono l’azzurro.
Scivola ferito sul vetro, si regge
volentieri ai cirri. I cirri lo bendano in fretta.
La fretta è un diversivo;
come ogni uccello sa, anche in picchiata
si generano avvitamenti.
Soprattutto, una soglia avverte
che sei al sicuro.
Oltrepassami senza usare
le labbra, il peggio è passato.
I fantasmi si accalcano solo nelle fotografie.
Sono celebri per le catene, pagano con timori antichi
ancora in corso. Ci abitano come mucillagini
o poesie di scuola.
Non sono cattivo, ma come faccio a dirtelo
se non mi attraversi? E vai e torni e siedi,
rimani alzata contro l’incubo
frequente. La guerra siamo noi,
non le armi; mi colpisce ancora l’azzurro,
e la voce tremula.
cielo grigio come una tenda floscia
verrà soffiata via
rivelerà lo spazio oscuro
dietro la tenda di pizzo
lei attende chi mai arriva
nuova collera
lacrime asciugate col dorso della mano
un’incrostazione di sale
su un’emozione da anni svanita.
si parte da un capo e si arriva a un estremo.
scalpicciavamo le foglie nelle macchie e tutto ci serviva;
il meccanico culo di gomma era l'icona.
anche le reni e un numero circa di giunture,
misura la flessione dei rami.
la finzione è sempre vera, assioma per intimi.
occhi uccellini,
un fischio lungo decine di metri.
ma il mestiere.
uno dolente, l'altro indifferente.
Socrate che pensa, che mena, menato
Leonardo spalmato sul pino.
i pensieri dei "Grandi"
siano grandi pensieri
e poi ti accorgi
che quel certo pensiero
l'hai avuto anche tu,
nel dubbio di un sogno
o seduto in panchina
vicino alla Metrò.
Siamo in potenza
grandi pensatori
e intellettuali capaci
nel rovescio di ogni teoria...
ma trova prima
una forza capace
che trasformi frottole
in saggi desideri.
Ora pensa al gelato, forma tra amigdala e pupilla
la crema di ghiaccio. Mettila sul palmo. Sia questo
una cialda: oh-o, la mano ti tema!
Hai la mente malferma. In fondo,
l’afa scioglie i blocchi, invochi
il freddo al cubo. Non puoi altro.
Sei un uomo, bello! Sei un trasvolatore
da deserto a neve. Passi per l’aereo
ma ci sei arrivato prima a piedi.
Possiedi questo e quello: il sorbetto vero
e la voglia di fresco. Se fai in fretta
puoi arrivare dal desiderio al “preso!”
Se fai in fretta, tra pupilla e mani
l’amigdala non serve. E’ come quando
prepari la valigia: avrò portato tutto?
Intanto è partito il treno.
All’alba pensavo a Socrate, alla sua
attitudine al cabaret. L’ho persa.