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poeti maledetti

L'assiuolo

L'assiolo, da papilla a papilla.

Tormentare il capezzolo

mai e stato gravido, così

di mirtillo e Virginia. La mano

dei fiocchi più poveri.

 

Come un rimbombo dal cocomero in prova

 
 
Sfere incessanti di sapore acquadolce. Rossi
fino al sangue delle sementi cupe. E bianco
l’epitelio spugnoso, ma duro
che inscena una mimetica di chiazze verdi
un testo maculato da passaggi di alqàntara.
 

Il barcaiolo nell’equivalenza della darsena

 
 
Gli scafi leggeri mostrano vigore nel ballo; dimenano
con la stessa pendolarità delle increspature
le chiglie. Un tot di piccole creature
disassembla il fondo e porta via pezzi
di chiarore. Luminosità silenziose, guizzi curiosi,

La conversione

ermafrodito.jpg
Quando il bianco spuntò dalla notte
la Casta Susanna dimenò il sedere bramosa
ma i Vecchioni indignati le voltarono le spalle
 
fu il lungo addio del Pagùro
che urlò alla Conchiglia che lo aveva ospitato
il suo disprezzo, e tanta noia.
 

Tua

La tua rossissima potta
ieri, perché?
Perché quelle linee, eh,
di solito fini, perché?
Perché mancava loro
il profumo di gelsomino?
 

Attesa

alanera.jpg
Ombre lunghe e tramonti di cera che si sciolgono
in varchi ampi
nel buio che si fa adulto
e corre
come una coperta liquida
a nascondere sulle dorsali l'ultimo soffio di Luce.
 
Già s'intravede l'Ala

Rotta siderale : Cassiopea/Alfa Centauri

Cassiopea.jpg
Flauti di canna sussurreranno sommessi quando arriveremo
avremo silenzi stupiti e pause d'ombra
 
ci dissero che avremmo trovato dune di sale dove
prima fiorivano i mandorli
sorrisi negati e buio dell'anima
 

Cento, ancora più cento mari

di luoghi, di illusioni. poesie 
 
e minuscole, immense 
le cose tutte che hai attraversato.
 
soffi alle tempie, stagioni piegate a memoria:
 
quando accadevano pioggia e sole
nel mentre non contavi i semi, i giri

Nulla dies sine linea (*)

 
I
Perché si noti l’equilibrio, il funambolo
sceglie di mettere un filo esile tra il dirupo celeste
e il crinale della notte.
Gli dà gioia il piede retto dalla sera nella birra

Non credere alla gentilezza dell’acqua!

Non credere alla gentilezza dell’acqua!
Alla blanda soavità dell’onda.
Al suo sdrucciolo scintillante lisciore.
Al torrente che si finge benevolente.
(Ma non diventare idrorepellente!)
 
Non credere alla mansuetudine delle rose.

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