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Poesia

Dolcemente, teneramente, uomo.

 
Ma sì, sono dolce, tenero
così paio e forse è vero
mi emoziono ancora, piango.
 
Quando leggo una poesia
negli occhi della mia donna
ritrovo lo stesso amore
che il tempo non ha consumato.
 
La corazza si è sciolta negli anni
ora sono libero di essere uomo
dolcemente, teneramente, uomo. 
  
(foto da web) 

Inferno d'Amore

Scodinzoli al buio
fra  intese sparse
in soffici lenzuola
Cosparso di miele.
Affondi sulle labbra,
celi la fame di gloria
esalti tremule gioie
e sinfonie di fiati.
Ancora.
Fondi la mia carne,
esterni la mia sete
come pazzo indovino
Permissioni di panico.
Levi il guinzaglio,
mi sfuggi dalle catene
di passioni avvincenti.
Sai
Scuotermi dall' impasto
Esplodimi addosso
Chicchessia.
Della fine
Lascio l'espressione
a una lingua malefica
capace di perdonarmi
 
 

Haiga

 
Perseveranza.
Fissare gli occhi tuoi
e il tuo sorriso
fino a quando la notte
sarà la mia padrona.

Il dolore ha un aratro

Il dolore è sopra la bocca in posizione di sopravvivenza.
Scende piano e convoglia
il gemito.
Accalora la faringe,
piega senza ulteriori aggravi
la colonna. Si fa per urla.
Non c’è l’impalcato coerente alle desistenze:
si dimezzano frasi; le parole sono tutte tronche.
Uscite dai pori come le prugne a giugno
rosse e circospette,
inseminano il petto, respirano dai solchi.
 
Il dolore ha un aratro:
è in tutti noi la terra.

Bastano poche parole.

poche le parole d’amore rimaste sul cuscino
quando il vento dell’odio ha soffiato su di noi
portandosi via gli ultimi sussulti del cuore
 
passato il vento le ho raccolte, messe da parte
per una poesia che come bouquet sul cuscino
saluterà il tuo ritorno e sembreranno nuove
 

Sogni perduti

Sospesa a mezz'aria
come un palloncino,
sputo l'anima ogni giorno
rincorrendo sogni infilati
in corone di rosari.
Spulcio i grani ad uno ad uno
per mille e mille volte
come un mantra,
ma i sogni ormai
se ne sono andati,
perduti.
Inutile cercarli.

Haiku

 
 
silenzio vivo
il bianco freddo trema
un gufo vola

Altrove

Quando l'anima
mandata altrove per amore
accenna a ritornare
importuna e prepotente
sembra aver smarrito il suo posto originale.
Era leggerezza
la sua assenza.
E' acuta sofferenza
il suo ritorno.
Perciò sta nel limbo
per un poco
ed è avvilita, a tratti persa
in definitiva mutata.
E' fatica accettarla
di nuovo in sé
farsi ancora casa sua.

Met(à)a del poeta

sente male
coglie pene diverse
provenire d'oltre la siepe
percepisce il pianto d'altri
nel vento venire e di lontano
rivestitolo d'ansia col dolore
lo versa dalla proprie ciglia
ne verga mesto un lamento
al passare di amori tremori
frementi passioni fortunate
oppur contrasti ardenti
delle mani sbiancate
sfiorare fianchi
gode lui pure
scrive
echi
 

rinascita

G.Klimt - Veritas
 
 
Stipo
sottopelle
odori colori  pene
e mi riempio
allargando le maglie del tempo
Sono gravida di luce.
L' esplosione
avrà odore soave di vita
 
 
 

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