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blog di Stefania Stravato

Non è poi così lontano dove annegare

a navigare onde inesistenti, le rondini impazzite
 
sopra un salto di schiena; 
non è poi così lontano dove annegare
 
mi porterei solo il colore delle ortensie piene di sole
 
io camminerei nuda quest'azzurro

Quanta notte, stanotte

scorrere la durezza della pietra, ecco. 
adesso che l'amore sta ancora addosso
 
così entra il dolore. come un urlo;
il tradimento di un taglio lungo nella gola
 
mentre fuori
il giorno sa di sole abbandonato sui cardi

Così penso agli scogli, quando risalivano i silenzi

avevo peso di foglia sul battello. 
dio, fiori di scarpata sotto le unghie
e dentro
 
un solco grande che ci si stendeva il vento
 
 
 
non sapevo che la notte cambia rumore

Di foglia in foglia e memoria

risalenti le ferite          
      urla, inverni  
 
come croci in processione, di foglia in foglia
e memoria.
      perchè crescevano pietre dai semi del vento;
 

La metamorfosi del fiato

 
 
giacimenti di orizzonti in controluce. 
           cadute di rossori, i tramonti che sento
 
tra il petto e le costole, uno sparviero
posa trionfi di biscrome
nelle spaccature del diaframma

Sulla linea degli apsidi

 
non cercare l'oriente di notti  
che cadono improvvise e hanno silenzi con vene di rugiada:
puoi andarci dentro, in lentezze di abbandono
fino a sentirne l'odore
 
e sei già salto nell'arcipelago dei millenni

L'insostenibile prevalenza del blu

quindi, scorrere la crescita lenta dell'abbandono:
ho larghezza di foglia, io
 

Non rispondermi, è quasi certa la sera

di leggere distanze, un'azzurrezza
e narcisi che invadono il pomeriggio
 
 - dimmi l'arte -
 
è quel suono in abbandono
dentro il cavo degli steli?
 
o la moltitudine di soli, il loro pianto

Se pure fosse stata la morte

dentro sorgono lagune e destini, mondi. 
la pienezza intatta di crateri,
l'assoluzione di tutte le notti e, discioglimenti

Prima di salire questa misura grande di cielo

ah dimmi, è questa punta di stella, 
che abiteremo tuttanotte?
 
basterà allungarsi nel canto del fiume
fin dove ci sospingerà il coraggio,
con ventagli di foglie sulla schiena
che innerveranno l'acqua 
 

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