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blog di Stefania Stravato

Che il dolore non è dimenticanza

 
chissà se mi vedrai
quando passerò per altri venti,
inarcata ad est
troppo lontana dalle terre di Dio

Quelle lontananze di primavera

quale eco
le ha tenute
come polline di calycantus
a nutrire infiorescenze,
dietro la notte degli occhi?
 
ah, quel violazzurro superbo
in sospensione
che pare inconsueta
la posa del sole alle caviglie 

Un punto unico di sole, sottoterra

che ne sai.
del respiro rovesciato si può morire
 
che facesse più male di ogni male
il tuono sulla schiena. ma tu 
sapevi già dei gigli
allora?
 
io  mi ricordo solo tanto vento e

L'anarchia di farfalle

 
ho conosciuto la meraviglia.
 
spiavo di immobili crisalidi
dormienti
 
e i fili di seta
l'avvolgenza del silenzio.
 
poi semplicemente a perfezione
 

Alle spalle, il mare che spinge

risalente il denso di ellissi, il destino ultimo
di un universo oscillante
 
ci aspetterà la fioritura del ramo, gravido
di nane rosse?
che sto correndo il buio della lontananza. 
 
alle spalle, il mare che spinge.

La leggenda

 
 
Si diceva avesse molti segreti e che ogni notte almeno una stella le offrisse devota il proprio bagliore per arderne qualcuno in un falò di gigli che si levava da una fenditura della terra e distribuiva uno sciame di gocce in volo tra vedute di cielo. 

Dove la luce può

prima della paura
dentro la discesa a mare,
l'ultima volta
si passa
a coda del vento:
 
così del pianto, poi diremo
 
maledetto da tutte le lune 
sbagliate, lasciate a metà degli intenti

Intanto che vado qualche istante più in là del dolore

 
eppure, se ti volgi
è l'indizio di rossore
sulla bocca, che già sai:
del garofano, 
l'abbandono al sole, malgrado il vento
 
e ancora, ovunque
libero larghezze di cielo dai tuoi palmi,

Che non mi trovi qui un altro vento

la sottigliezza dei fianchi
si anima, al sospetto
come di luna piena alla notte
 
altrove, non c'è;
si immagina soltanto, il segno
che dia l'oriente 
al fiato
 
restare 

In questo passaggio di braccia strette

 
è il mare che fa sangue
a fioriture di gorgonie, così
è già compresa in questo passaggio
di braccia strette, la sapienza
che dà lo slancio all'abbandono
pelle a pelle;
 

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