Scritto da © Stefania Stravato - Ven, 08/06/2012 - 18:39
dentro sorgono lagune e destini, mondi.
la pienezza intatta di crateri,
l'assoluzione di tutte le notti e, discioglimenti
di nevi che assomigliano a preghiere
tutt'intorno sento, sì. la magnifica esistenza del dolore
che confluisce le radici nell'eternità di un istante
solo, e altissimo in punta di perfezione;
sai, scivola sempre qualcosa. qualcosa resta:
acque in abbandono, una cicatrice sul fianco
certi luoghi che scendono, certi che risalgono
come partire e sai di non tornare, eppure prati
che non si spengono mai, malgrado
ma l'ardire della luce. quella, oh.
e della bellezza, vuoi che ti parli?
lei sta lì per puro caso. se ti sale la linea della schiena, lascia che sia
pura e nuda e innocente, ignorante, a ferirti.
che puoi dire, non ho avuto paura se pure fosse stata la morte
per sapere l'amore.
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