Scritto da © Piero Lo Iacono - Sab, 23/10/2010 - 16:05
50- La luna ingravidarsi 7 volte ho visto
La luna ingravidarsi 7 volte ho visto.
L’occhio mai sazio cadere
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Gio, 14/10/2010 - 19:28
Svibra l’attesa
Svibra l’attesa e s’impiuma
di garriti estivanti.
Svelte svolano le ultime rondini,
ebbre di svivere,
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Mer, 06/10/2010 - 09:26
L'eremita eretico
Come i sordi sommersi nel loro squarcio.
L’alba è sera e la sera alba.
Nascosto nel mio ritiro
come la refurtiva di una rapina
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Mer, 29/09/2010 - 19:14
Spleen è Sehnsucht
E pianse Alessandro (1) vedendo
i confini del suo regno. Perché
ora non c’erano più terre
i confini del suo regno. Perché
ora non c’erano più terre
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 28/09/2010 - 18:39
O quale aureola incorona
O quale aureola incorona
la giovinezza di questo mattino!
Andiamo per valli e per colli! Presto!
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Ven, 24/09/2010 - 19:39
Inconcludenze?
Col bisogno del mare
non accetto me stesso
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 21/09/2010 - 19:22
Keepsakes (how far will you go?)
Che garanzia mi lasci del tuo ritorno partendo?
Con la casa, amor mio, anche me hai esiliato…
E io ogni cosa ho lasciato come tu ci hai lasciati.
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Sab, 18/09/2010 - 17:19
Accecato dai girasoli di Van Gogh
Accecato dai girasoli di Van Gogh.
Shock degli occhi à la coque!
Dovrei poi al buio riabituarmi.
Tuorli senza albume.
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Mar, 14/09/2010 - 18:39
Sputavamo i nòccioli delle ciliegie
Sputavamo i nòccioli delle ciliegie
sulle parrucche delle signore
con una cerbottana col telescopio
dal settimo piano di un hotel a cinque stelle.
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Scritto da © Piero Lo Iacono - Gio, 09/09/2010 - 11:27
Rage et impuissance
Rose di carta igienica strozzo
nel torchio delle mie mani adunche.
Cavo gli occhi elastici di una pupazzola
e le sue flaccide braccia di lattice.
Voglio il solito latte di renna per lavarmi i piedi
e ammorbidirmi i peli e i calli della carne.
Ogni specchio mi impone di guardarmi.
E a sé mi trascina col fiato contrario.
Cocciuto mi clona, mi duplica e tutto mi rinfaccia.
Ma frantumarlo sarebbe moltiplicarmi.
Così d’impulso in faccia gli sputo.
Poi il meno peggio m’incoraggia
al pensiero d’un male peggiore:
lo spregio di guardarmi e non vedermi!
Riprenderò a parlarmi allo specchio nudo.
Davanti ai miei occhi che mi guardano
come sorrisi senza volti.
Devo migliorare l’immagine di me a me stesso!
Col rasoio faccio a spicchi un limone
(come uno di quelli nello shampoo).
C’è come un telefono che mi squilla
a intervalli nella coscienza
e intenti e intenzioni m’interrompe.
Poi mi faccio cattedrale gotica
e fiero mi slancio
con la mia selva di pugnali appuntiti
puntati contro il cielo.
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