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Giochi di parole

Che c'era quella storia, del bibliotecario ceco, no, argentino, come le voci delle fanciulle a maggio;
Dicevo, c'era la storia dell'imbroglio delle lettere raffaz

Amore di massa

Mi disse “sbrigati per tempo, che il tempo aspetta solo il tempo” e avrebbe potuto terminare così, senza strafare, ma aveva la mania del post, non gli sembrava mai abbas

Punto di vista

Ma lassù, distante, difforme, che serviva alzare gli occhi al cielo, stava; primitivo al verbo, colmo di senso, per via dello spessore, delle lamine degli sguardi, patine del tempo.

Il dono

Nessuno gli avrebbe regalato niente, non certo per interesse, ma neppure per umana carità, lui lo sapeva, lo capiva da come i più audaci si prendevano la libertà di st

Memoria

 Gli si è eretto un orgoglio posticcio a raddrizzargli la colonna, una specie di verga rigida, che non poggia al pavimento, torvo lo sguardo, dall'alto verso il basso, non

La prudenza

Sognava sovente il piano di un biliardino, i respingenti, i funghi, le palette, la bilia di metallo non arrivava mai nei pressi delle alette, continuava a segnare le conseguenze sul numera

Approdo

Attraversa il ballatoio come fosse sopra un legno, la mano stretta alla balaustra, l'arco delle gambe, lo strale del braccio, il peso della testa in avanti; sbarca sul marciapiede di u

un altro amore di Elvira

Aveva un nome stupido, come Escamillo, lei ora non lo ricorda, ne ricorda la conseguenza, il punto focale trasferito nei pois gialli del farfallino, nelle finte toppe del cardigan, le cost

Gli amori di Elvira

Aveva nei suoi ricordi un sottoposto giapponese, uno di quelli che si strusciano sulle gonnelline blu nel pendolarismo affollato, l'amore con lui era tutto di ginocchi, di lingua e suo

Tango delle scale

Saliva a me e scendeva di classe, come in un tango rampicante di cosce, che appunto si tromba all'impiedi, nel monolocale acustico delle scale, Piazzolla di porcheggio con la radiolina

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