blog di Manuela Verbasi

Senso a ciò ch'è tutto

in calco d'ali alle ante chiuse

forte al rame della foglia

nebbia in bocca di castagne

Dall'angolo al mento

la via del vino in percorsi di collo

il fiato cachemire

mira al sottotetto

Rattrappiti convessi

     in differenze di sguardi

tra cordami di vite a girarsi

il buio circonda

chicchi diradati

Saremo ciclamini

fiati umidi di notti

intarsiate a mano

sui fianchi delle colline

Dovessimo trovare il motivo

saremmo a perderci in parole

ancora non potremmo dire quanto

ci renda il desiderio di luce

fitto un bosco di ramaglie

Coi finestrini aperti l'aria di treno arrossa la gola, così la testa ovattata preannuncia lo stato febbrile.

Le dita del cielo si fanno fronde e pioggia verde, incastonando croci d'amaretto sul sentiero. Che sia la vita così come la vedo? Nell'ombra in cui sono m'ossigena un raggio giallo, osteggia d'abbracci gli abbandoni. Cantano i giorni e contano gli anni puntando all'arancio delle mandorle bruciate.

 

Ubriachezza blues negli occhi distanti, farfalle di carta chimica fra gargarismi di rane verde petrolio o meglio sono spazzole blu pavone. Attillato contorno d'achirante aspra, ventre di sambuchella che avvelena decisa o forse no, son solo erbacce.

curvo in una c di bolla 

nuvola prima dei passi
sei indaco per me