blog di Livia

 

dovresti allora cercare un’ora, forse meno
tenerti ai corrimano delle scale
quando portano i bambini nella stanza del lupo

dovrei rovistare fra i miei olii
quelli meno intensi
accordarmi ad un’idea meno ricca
semplicemente adattarmi 

 

 

Novembre sveste i castagni, qui
con infinito languore
ma anche il vento sillaba piano
imitando il mese dei morti

 

 

 

punti d’arrivo, bilanci

i panta rei lasciati da una filosofia non scritta
ci penso domani che tanto domani arriva

 

ci guardava dentro, scopriva se stesso

 

in fondo se l’acqua portasse in ogni rivolo

la vera goccia

 

Ho immaginato 
eretici e pittori scrivere sui vetri 
dove distrattamente ci si specchia
dove distrattamente ci passa la vita

 

mi piace il tepore rosato
dei silenzi d’autunno 
quando vedo cambiare gli alberi
e sottosera si stempera in nebbia fine

 

Ultimo respiro fra le tue nubi
apnea di tempi dilatati
ora so come nascono le comete
strali di luci e di pensieri