Scritto da © Livia - Mar, 11/10/2016 - 17:08
Ho immaginato
eretici e pittori scrivere sui vetri
dove distrattamente ci si specchia
dove distrattamente ci passa la vita
lasciare molliche di pane ai davanzali
negli inverni senza parole
dove stanziali restano solo gli abbandoni
ho immaginato incastonare doni di pensieri
senza un perché o un tornaconto,
ero fumata naturalmente,
è solo un grande vuoto, un gran frullato d’aria
e nel vuoto la giostra non incespica mai
sbagliato illudersi di ogni trascendenza
eppure era una gran fiamma quella,
di emozioni alate, vere
con nessun anello al dito per fedeltà fittizie.
Ci sono vie più alte per tenersi e non le ho smarrite.
Oggi piove e guardo fuori tutto questo ossimoro
eretici e pittori scrivere sui vetri
dove distrattamente ci si specchia
dove distrattamente ci passa la vita
lasciare molliche di pane ai davanzali
negli inverni senza parole
dove stanziali restano solo gli abbandoni
ho immaginato incastonare doni di pensieri
senza un perché o un tornaconto,
ero fumata naturalmente,
è solo un grande vuoto, un gran frullato d’aria
e nel vuoto la giostra non incespica mai
sbagliato illudersi di ogni trascendenza
eppure era una gran fiamma quella,
di emozioni alate, vere
con nessun anello al dito per fedeltà fittizie.
Ci sono vie più alte per tenersi e non le ho smarrite.
Oggi piove e guardo fuori tutto questo ossimoro
di sazietà strapiene, grasso che cola,
come si guarda senza più credenze
vedi la goccia e l’asfalto, punto.
come si guarda senza più credenze
vedi la goccia e l’asfalto, punto.
E vetri rigati,
e questo è reale come una realtà che sgocciola,
e questo è reale come una realtà che sgocciola,
lasciando la sua cortina umida di cose.
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