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L'ultimo sogno dell'anno

 1
 
Entrai nel bar. C’era una certa animazione e fu così soltanto facendomi largo tra gli avventori che la scorsi. S’abbracciava a un amico comune, così salutai lui per primo. Ciao F…Gli dissi. Tutto bene? Lui mi rispose soltanto guardando me e lei, significativamente.

Sogno. Prati. Vento.

Prati. Lontano lontano. Fronde mosse, dolci onde. Memoria, ricorda. Le mani corrono sui tasti. C’è musica. C’è sempre una musica.

Del cielo blu

Ma il cielo è sempre più blu, cantava il cantante. E ne avevo visti di cieli, io. Anzi, avevo visto sempre lo stesso cielo: era sotto che tutto sembrava un altro cielo, senza esserlo; era sotto al cielo che appariva un altro cielo che sembrava più vero dell’altro.

Regalo di Natale

 Un uomo scende dalla macchina con una specie di mazzo di fiori in mano. E’ guardingo, osserva se lo sto osservando, come se si vergognasse dei suoi fiori, come se fossero questi inadeguati alla sua assennata dignità. Mi accorgo, replicando al suo sguardo inquirente, che non di fiori si tratta, ma di una decorazione natalizia.

Charles Bukowski: godere è patire

“Post office”, di C. Bukowski. In questa, come in altre “storie scellerate” di Bukowski, appare sempre un doppio contraddittorio, tra lui e la società che descrive, e tra lui e se stesso. Bisogna anzitutto ammettere come il suo parlato senza fronzoli e senza rallentamenti forma in sé il senso della sua scrittura. 

Postilla - 3

Su un libro troviamo scritto come il “tempo interiore” sia sostanzialmente diverso da quello diciamo storico. Lo scrittore mette nota su questo dilatarsi della durata che, suggerisce, quando si tratta di morire, un atto di due secondi, perdura infinitamente. Questo, appunto, invita ad ulteriori considerazioni. Perché noi siamo questa durata, siamo esseri storici,

Canto sconsacrato

Gli dèi sono improbabili, ma a tratti splendidi nella loro celestiale fatagione.

Pasolini

Omaggio e lettura, composti, vedi data,  nel trentennale della scomparsa. 
06.10.05
“Ragazzi di vita”, romanzo di Pier Paolo Pasolini, Roma, 1955.
Commento:
Er libbro de Pasolini ‘ncomincia propio indove abbitavo io da regazzino. Donna Olimpia,

Ciò che è falso

Il segreto della demagogia è imputare agli altri le proprie colpe. Qualcuno ne è un campione.

A Monicelli

Un vecchio si sporge da una finestra del quinto piano del San Giovanni, l’ospedale dove operarono mio fratello, poi deceduto. Perciò ci sono stato, perciò mi sembra proprio di vederlo quel vecchio, mentre pencola pericolosamente sul davanzale.

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