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blog di giuseppe pittà

dis/sangue e dis/incendi

inseguono 
pozzanghere
costruendo una
nuova tenerezza
questi tuoi occhi
sciolti dalle lacrime
mentre sconto
le incertezze
nella sconfinata pratica
del maleficio
di gocce e aspettative

bevendo di soul, nel black del mio funk

nella perfezione della
mia riconosciuta imperfezione
nel bunker dei neon più freddi
mi spoglierò di tutto
perfino di questi tempi cronici
che m'affliggono più della
solita abitabilità della bronchite

Tra dune di cuoriciotti e venerei cioccolauspici, meglio di tette e cosciottelle

(annaspando di comodità, in questo sanvalentinesco affogare)
 
d’amore
le nostre storie
s’incrociano legandosi
e di sogni
venduti coi saldi
s’inventano ammazzandosi
poi di palpiti

di un uso migliore e di nascondigli, al freddo più freddo

siedo
nell'angolo in
luce
del cumulo più
grande
nel vortice che
va e viene
confuso di
nebbia
come in
uno specchio da
portacipria
chiaro di

di un prima a forma di dopo o della uniforme convergenza dei tempi in un unico acuto angolo, acutissimo

 
Ho solo un altro minuto per vederti vivere. Sanguino ormai ininterrottamente, nessun programma terapeutico sembra dare una qualche speranza. Le gioie ed i dolori arrivano a confondersi, falsificando di molto una realtà che si stenta a riconoscer tale. Possiamo ben dire che è il trionfo del sogno, che ormai regna, invincibile e terribile, sul resto delle cose, su quel che rimane del niente. Ho sete di sapere e leggo ormai solo le prime dieci pagine di un libro e le ultime dieci, per riempire il corpo della mente. Nello stesso istante ho fame di memoria, così cerco sui rami dell'albero antico le foglie rigogliose dei migliori ricordi, 

mostrando mostri sacri, celebrando dis/cariche

spinge i temporali
in costruzione
altri castelli di carte
nelle/di notti
del Dis.onore
del Dis.amore
 
voglia di retorica
con altri accidenti
ri/conoscibili
in un viaggio del
tempo

d’oltremisura e oltraggio

(offuscandomi nella Sonata in sol minore per violino e basso “Il trillo del diavolo” di Giuseppe Tartini – Pirano, Istria 8/4/1692 – Padova 26/2/1770)
 
sogno ancora di vento e neve
negli intrighi dei rami e dei ghiacci
fragile come un supereroe della marvel

...

di notte, i gatti continuano a ridere, facendomi boccacce

il mio tango
è una diabolica strada
per l'inferno
lastricata di sogni
che non potrò più avere
distrutti dal segno del fuoco
di una gelosa folgore 
bellica
di una guerra senza 
prigionieri

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