Scritto da © giuseppe pittà - Dom, 22/01/2012 - 23:32
il mio tango
è una diabolica strada
per l'inferno
lastricata di sogni
che non potrò più avere
distrutti dal segno del fuoco
di una gelosa folgore
bellica
di una guerra senza
prigionieri
con membra sparse
teste mozzate
e tutto quel resto
orrendamente sparso
nel campo delle nebbie
ho un satana
nel cuore che pulsa
kerosene
sputafuoco azzurro
con la precisione
da vero lanciafiamme
intanto due o tre passi
forse quattro
di questo raspo
made in buenos aires
che scotta di febbre
quasi malaria
nelle notti lunghe
troppo lunghe per vivere
ma sanguino dal naso
avevo bisogno
di un colpo ben tirato
per questo il tavolo
di buon massello
da gettarci la testa
a corpo morto
è stato più che utile
spezzando naso
cartilagini già disastrate
e tante labbra perfette
a bacio a cuore
ora da filetto al sangue
il tutto nel conto consuntivo
per queste notti
senza preventivi d'alba
per tutti i baci
destinati alla morte
per le carezze
fucilate negli spiazzi
in compagnia
della musica migliore
del tango più deciso
che mi urla e percuote
ferendomi di bello
con la crudeltà delle spine
armando io stesso
la verità alla mia rosa
l'amorevole realtà dei sogni
lei che sa come muoversi
lei che all'occorrenza
sa come smettere
d'essere soltanto un fiore
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