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blog di Franco Pucci

Nero di china

Non svegliarmi

colomba di Franco Pucci
del dolore che conosco
parliamone domani
oggi tienimi così, tra i seni
come piccola cosa fasciata
dall’amore come ninnolo
dalla musica dolce sul petto
 
del dolore che proverò
parliamone adesso

*Snake charmer (avanti, c'è posto)

Una madre a Roma rinnega il bimbo appena nato affetto da una forma di possibile nanismo, rifiutandosi persino di vederlo. Credo che l’umanità intera abbia toccato il fondo, togliendo il tappo ad un verminaio senza fine. Non è il primo caso né sarà l’ultimo, ma stanotte non ho resistito.
 

A cuore aperto

A cuore aperto

Tarsia

[la mia vita è come
una panchina in attesa
di un’anima zingara
eternamente indecisa
pochi versi hanno dato
raramente conforto
a un legno errabondo

Averti...

[ho combattuto contro un temibile rivale, la mia paura
il lampo degli occhi raccontava una storia senza fine
la fuga terminò inebriandosi nella tempesta dei sensi
così il ruscello impetuoso sfociò in un fiume in piena]
 

Cesoie arrugginite

[parole come affilate cesoie lucenti
recisero lo stelo senza un lamento]
 
…e rotolò il fiore dell’amore abortito
neppure il piacere ebbe il suo nome
il tempo non medicò l’orrenda ferita

Piccola bugia

[piccola lacrima rossa,
sette piccole note nere
come peccati capitali]
 
s’aprono elitre in fuga
scompigliano la magia
di un incontro inatteso
 
mistificando la ferita

E verrò a chiederti stanotte

Sì verrò
qualcosa mi spinge a cercare
tra le indecisioni di quest’anima inquieta
una qualche panacea al mio spirito lacerato.
 
Non so perché
ma i ceri piangono sempre all’incenso

Stille nacht

uscivamo di casa a un quarto a mezzanotte
sciarpa al collo e guance rosse pel freddo 
le dita profumavano ancora di mandarino
e in tasca crocchiavano briciole di panettone
da regalare felici ai pochi passeri nottambuli
 

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