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blog di Franco Pucci

26 - Chioggia, esagerata

femmina
ostenti la tua bellezza
come una poesia sfacciata
 
aspra
pungi col salmastro delle reti
stese sui bragozzi in sonno
 
impudica
ammicchi tra i gabbiani

Emersion (surfacing frame by frame)

gli occhi al rosso mentre rovescio l’orizzonte
immerso nel blu abissale del ventre notturno
inarco il respiro all’ingiù dimentico d’apnea
nel mare amniotico che protegge il mio sonno
 

22 - Milano persa

Puntini di sospensione

au revoir, et à la prochaine fois…
 
Sono rimasto così, appeso a quel saluto.
La sera respirava allegra una fisarmonica
mentre il tramonto sulla Senna era un falò
che oscurava il carminio dell’estemporanea.
 

Gichero e Passiflora, un amore di veleno

[con passo sfrontato attraverso l’incerto tratturo
e supero il dosso che divide il sogno dal surreale
dai lati dell’onirico paesaggio il verde malato
occhieggia con sguardo mefitico il mio incedere]
 

11 Giugno 1984, quella sera ho pianto

Seduto, i gomiti poggiati sul tavolaccio
gli occhi erano gonfi di parole spezzate.
Accanto a compagni dello stesso viaggio
piangevo l’idea che s’ammantava di nero.
 
Era un sentimento, la speranza futura

Mai di Sabato

Dovessi rinascere, vorrei non fosse Sabato.
 
[questa giornata indecisa, di mezza festa
dove metà ti offre vacanza e metà ti tiene
dove l’amore attende la metà che manca
e la Poesia rimane a mezza voce espressa]

Soul and fantasy

Ho lavato e stirato l’anima
piegandola con la fantasia,
come fazzoletto l’ho infilata
tra le costole, sopra il cuore.
 
            infilata
            tra le costole

L'unica certezza

Odio chi ostenta sicurezza
e verità assolute in tasca,
chi accende ceri in chiesa
quando la corsa termina,
e bestemmiando giudica 
dall’alto di un falso pulpito.
 
Ho accumulato neve di anni

Me intriga el parlar ciosoto*

Non è ancora mia
questa nenia, questa cantilena,
questo frangersi di acuti e di vocali
sugli scogli e le barene della laguna
quasi andar delle maree con la luna.
 
Non è ancora mio
questo altalenar ritmato e tronco 

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