Scritto da © Franco Pucci - Lun, 11/06/2012 - 16:12
Seduto, i gomiti poggiati sul tavolaccio
gli occhi erano gonfi di parole spezzate.
Accanto a compagni dello stesso viaggio
piangevo l’idea che s’ammantava di nero.
Era un sentimento, la speranza futura
che su quel palco andava morendo
così oggi rivedo le primavere vissute
all’ombra di un vessillo creduto sincero.
Il tempo mostrò le crepe di quelle certezze
e il muro crollò travolgendo gli errori,
delle macerie di un ideale tradito rimase
il ricordo indelebile di un grande uomo.
Oggi che il disincanto e il cinico profitto
hanno disatteso qualsiasi domani,
non rimpiango ciò che la storia condanna
ma non rinnego quella tensione ideale.
Quella sera ho pianto, Enrico.
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