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blog di ferdigiordano

L’epoca, il si dice, la metempsicosi del suono nella clausura (intersezioni – 5)

 
           

Ritratto di donna - 9

 
            Ci sono degli hangar dove ricoverano aerei che hanno visto lo stupore degli stormi ai primi voli dell’acciaio lucente. E di quell’incomprensibile rombo sono morti a fette. Come avrei potuto nasconderle la meraviglia quando mi apparve improvvisa la sua carezza? Non ero io l’acciaio, non lei lo stormo. La carezza proseguiva una corsa indipendente.

Scattering

 
 
Rayleight chiese ed ottenne il colore del cielo.
 
Aprì una finestra. La finestra è un esempio
di entratura nel panorama. Ne spiega il perimetro.
Il suo davanzale è un orizzonte concreto

Noi che faremo l'approdo

          4. Non pensarti è un po’ ucciderti. Leggi tutto »

Noi che faremo l'approdo

        3. La solitudine è una forma riflessa Leggi tutto »

Noi che faremo l'approdo

       2. Devi riposare Leggi tutto »

Noi che faremo l'approdo

  1. Il risveglio
 
Oltre il fintoazzurro, il fiato scompare. Ed è l’unica
cosa certa per attingere al respiro inusuale.
Il navigatore ricorre al coma indotto, al sangue frenato
per la distanza dall’ultima casa alla prossima luce. Diventa

Viaggio inesistente

 
 
Certo, amico, vorrei viaggiare; ugualmente
ho paura del metallo spinto
nell’aria dal calcolo indescrivibile.
 
Restano i vascelli. Altro metallo supponente.
Da come si regge quell’anfora di vetro

L’esenzione dall’oceano

Affermo che l’orizzonte ci dissocia
dalla fine. Rende
raggiungibile dove conviene
la sua linea inesistente.
 
Ci sono battelli che si legano alla terra
a tutta scia e
partono soli come angeli controversi.
 

Quasi ti descrivo

 
 
So che ti muovi al suono di un sogno
per come ingomitate ai fianchi
le tue ali
si chiudono alle mani.
 
Nelle mandorle sugli zigomi
vivono i tuoi occhi verdi, riparano
dalla tremenda fuga

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