Scritto da © Fausto Raso - Mar, 27/03/2012 - 19:45
C'è etichetta e... etichetta
L’etichetta intesa come “cartellino apposto su bottiglie, vasetti ecc. per indicarne il contenuto” oppure la “marca di fabbricazione” ecc. e l’etichetta nell’accezione di "cerimoniale" hanno la medesima “matrice” iberica pur avendo, per l’appunto, due significati distinti? La risposta è: sì e no. Ma vediamo di spiegarci. La maggior parte degli iberismi sono entrati nel nostro idioma attorno al Seicento. Proprio in quel periodo uno squisito scrittore – anche se non molto conosciuto – si recò in Spagna per studio e per diporto. Essendo un “uomo di mondo” ebbe modo di frequentare i salotti più raffinati e alla moda di quel Paese apprendendo, così, usi e costumi che “spedì” in Italia attraverso lettere indirizzate a parenti e amici.
»
- 2657 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Lun, 05/03/2012 - 15:04
Corruttori e corrotti
Mai, come in questi ultimi anni, un vocabolo della nostra lingua è stato piú adoperato dai massinforma (stampa e radiotelevisioni) per mettere in evidenza il malcostume che ha imperversato (imperversa?) nel mondo politico: la corruttela, con corrotti e corruttori, naturalmente. Ma non è di questo fenomeno che intendiamo parlare, non è questa la sede adatta e non è nostro costume invadere il campo di sociologi ed esperti vari. Vogliamo parlare della “nascita” del corrotto sotto il profilo linguistico. Se apriamo un qualunque vocabolario alla voce in oggetto, leggiamo: scostumato, viziato, infetto, impuro. La persona corrotta, quindi, è moralmente “infetta”, vale a dire che il suo animo è stato guastato, infettato, disfatto - naturalmente in senso figurato - perché “corrotto” non è altro che il participio passato latino del verbo “cum-rumpere” (‘corruptus’, corrotto) e vale “disfare”, “guastare”.
»
- 3 comments
- 3914 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Lun, 05/03/2012 - 12:40
Il gergo e il dialetto
Molte persone confondono il gergo con il dialetto, nel senso che li ritengono l’uno sinonimo dell’altro. Non è cosí, anche se i due termini possono essere considerati una lingua. Facciamo chiarezza, dunque, cominciando con l’esaminare il primo vocabolo: gergo. Sotto il profilo etimologico la voce, intanto, non è schiettamente italiana (o latina) ma francese, per la precisione il francese antico “jergon” o “jargon” (‘linguaggio degli uccelli’, quindi linguaggio ‘incomprensibile’). Il gergo, infatti, come lo definiscono i vocabolari, è “una lingua speciale usata dai membri di un gruppo che non vuole essere capito dal resto della comunità”, oppure “linguaggio convenzionale limitato a una ristretta categoria sociale” e per estensione “ogni linguaggio artificiosamente diverso dal linguaggio comune”.
»
- 4 comments
- 3603 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Sab, 28/01/2012 - 23:36
La mente e l'avverbio
|
»
- 7 comments
- 4018 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Sab, 14/01/2012 - 01:04
I «singenionimi»
Non lasciatevi ‘impaurire’ dal titolo, cortesi amici e amatori della lingua italiana: il termine che avete appena letto – di provenienza greca – rientra nel ‘glossario’ dei vocaboli e indica un nome di parentela, come padre, madre, consuocero, ecc. Uno zio, quindi, dal punto di vista prettamente linguistico è un “singenionimo”, vale a dire un nome che esprime un rapporto di parentela. Molti “testi sacri” (vocabolari - ad eccezione del Battaglia e del GRADIT - e grammatiche) ignorano questo termine che noi, invece, vogliamo mettere bene in evidenza perché siamo fermamente convinti del fatto che chi ama la lingua deve conoscere il “gergo” e tutte le norme che la regolano, e tra queste ve n’è una che stabilisce il corretto uso dell’articolo con i… singenionimi.
»
- 10 comments
- 4183 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Gio, 22/12/2011 - 13:20
La luna e il porto
Il vocabolario di una lingua si arricchisce non solo per i termini che riceve in prestito o in dono da altri idiomi – gli “americanismi”, per esempio – ma anche e soprattutto attraverso le voci che si formano spontaneamente (fenomeno che potremmo definire “autogenesi linguistica”), per derivazione spontanea, appunto.
»
- 7 comments
- 2864 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Gio, 01/12/2011 - 22:48
Il sangue blu
Se siete di nobile casato, e nelle vostre vene scorre il cosiddetto sangue blu, non confondetevi con il popolo cadendo nell’errore comune – quando scrivete – di accentare il blu: non occorre, basta il vostro nome per indicare il nobile lignaggio. Bando agli scherzi, l’aggettivo blu, come tutti i monosillabi, non necessita di accento.
Prima di addentrarci nei meandri linguistici dei monosillabi e nel caso specifico di blu, crediamo sia interessante soffermarci sull’origine della locuzione avere il sangue blu. Tutti conoscono il significato scoperto dell’espressione; pochi, forse, conoscono quello coperto, vale a dire la sua origine.
Prima di addentrarci nei meandri linguistici dei monosillabi e nel caso specifico di blu, crediamo sia interessante soffermarci sull’origine della locuzione avere il sangue blu. Tutti conoscono il significato scoperto dell’espressione; pochi, forse, conoscono quello coperto, vale a dire la sua origine.
»
- 6 comments
- 4547 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Lun, 21/11/2011 - 19:52
Il grano e i tacchini
»
- 5 comments
- 3764 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Lun, 24/10/2011 - 19:13
L'aerometro e... l'areometro
»
- 6 comments
- 4360 letture
- Commenti
Scritto da © Fausto Raso - Lun, 03/10/2011 - 18:29
La fattura e la.... stregoneria
Breve viaggio nella foresta del vocabolario alla ricerca di parole omofone (parole che hanno la medesima grafia e il medesimo “suono”) ma di significato diverso di cui la nostra lingua è molto ricca.
»
- 6 comments
- 3447 letture
- Commenti