Io non ti ho visto gli occhi
A. Rodin Il poeta e la musa
Io non ti ho visto gli occhi
quando ho ascoltato
lo sguardo penetrante
appoggiato alla spalliera
la testa sul cuscino
la spalla sopra il lino
e il cielo nascosto dalla tenda.
Io non ti ho visto gli occhi
ma il tremito confuso delle mani
bisognosa che chiedeva
di perfezionare amore trionfante
di noi, tu ed io, arresi
nella completezza dell'istante
sudati, appagati irrimediabilmente.
Non ti ho guardato gli occhi
e abbiamo scosso il vento
di alchemica passione
occulta l'anima e zingara la vita
andiamo verso la tempesta
ignorando il riso illusorio della quiete
che non ci appartiene ancora.
Il nostro letto è angolo e breccia
è scheggia di benessere
brusio che disperde gocce
ubriache di silenzio
assaporando il fremito incontrollato
della pelle che arde sdraiata.
Ora si posa l'occhio chiuso
e giocano le mani coi capelli.
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Noi di Rosso Venexiano
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Leggendo Queneau*
“Qui il fango è fatto dei nostri fiori. - …dei nostri fiori blu, lo so.”*
Ci stiamo sognando, mentre a cavallo attraversiamo la storia, verso Parigi.
Chi passa la vita a tinteggiare la staccionata della chiatta, che non ha di meglio da fare che imbrattarla d'insulti.
Io a dipingere disegni infantili sulle pareti di alcune caverne del Périgord.
Adoro parlare con Demostene, di questioni politiche e di attualità, il tempo mi passa meglio.
Stephane preferisce tacere. Ha paura.
Non farò la fine di Luigi IX ... questo no. So tutto della storia.
Continuo a sognare mia moglie anche durante il temporale: non s'intrometta Mouscaillot d’Empoigne.
“Uno strato di fango ricopriva ancora la terra, ma qua e là piccoli fiori blu stavano già sbocciando."*
Manuela
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di Odo Tinteri
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Assolo
Lirica di Vittorio Fioravanti
non sono solo
lo so che non lo sono
ma suono solo
Febbraio 2004
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Il Dolce Dolore Della Tua Partenza
Il dolce dolore della tua partenza
già mi punge le membra affaticate
e mi spinge a superare la distanza
ricercando i tuoi fili nel mio cuore.
Poi mi adeguo al ritmo proprio della vita
e respiro con profonda distensione:
questo ciclo di noi due è senza fine
come tutto nella vita che ritorna.
Il tuo odore addosso e dapertutto
mi accompagna nella luce fra la gente
e col sapore del tuo corpo dentro me
mi addormento più sereno e fiducioso.
- Blog di loripanni
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Sguardi di seta e sabbia
Ho trovato sulla scia di frammenti
di passato sguardi come frazioni
di tempo colorate, comete
scintillanti, fragori silenziosi
di verdi primavere odorose
di rugiada che copre i sassi freddi
dell'inverno. Lungo il cammino là,
dove nuvole e ombre si contendono
le striature rosse del tramonto
quando a poco a poco si prepara
tenace a divenire luminosa
notte, ho raccolto lo sguardo gettato
dal sadismo dell'indifferenza
a trapassare involontario opaco
il malessere della distruzione
senza promesse di rinascita.
Con il dolore incollato addosso
come un manifesto da strappare
al muro sgretolato dell'età
ho stretto saldi sguardi d'amore
e costruito ricordi soffici
da accarezzare, gatti sornioni,
sulle ginocchia stanche con l'onda
lunga che lascia il senso delle cose.
Così, tra sguardi di seta e sabbia,
slitto attraverso i giorni guardando
una luminescente via sottile.
- Blog di everhere
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Frutti imprevisti
Alle sette in punto di un martedì la sveglia suona, come tutte le altre mattine.
“Taci, pettegola! Ho capito. Ho capito. Mi alzo subito” bofonchia Lia, ma non si muove. Poltrisce un altro po’ sotto le coperte, infine si arrende: sbadigliando, sbuffando e sospirando, mette giù una gamba, poi, con calma, l’altra.
Si lava in fretta, si veste, fa colazione ed è pronta per uscire; una guardatina alla cartella, un bacio alla mamma, uno al babbo e si precipita fuori.
Sono già le otto, se non si sbriga, farà tardi e rischierà, di nuovo, di essere rimandata a casa, accompagnata da Ottorina, la bidella.
Fa freddo: si abbottona l’impermeabile e sta meglio.
Dai portoni delle case di mattoni rossi escono persone d’ogni età, per recarsi chissà dove. A sinistra, invece, gente malvestita staziona davanti alle baracche di lamiera.
Tira avanti e allunga il passo; fino a lì una lumaca la batterebbe.
Prima del viale del Risorgimento c’è un alberello ogni dieci passi.
“Devono essere giovani questi pini, tanto sono bassi e sottili.” Osserva fra sé: “Le loro fronde agitate dal vento di mare mi accarezzano il viso come fruste.”
Fra due enormi palazzi identici appaiono i primi passanti, che chiacchierano animatamente, gesticolando. Leggi tutto »
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Biblioteche ...
Biblioteche silenziose, i suoi libri muti
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Rosso Grafica
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