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Al mattino

mentre mi godo lento il poi
e penso a quanto bello sarà
domani ricordarlo
è già ieri quel momento
e vengo oggi all'appuntamento
esultando già d'averti
dilungarmi dopo

 

nello stato di grazia

della mente dell'anima
che mi riporta a desiderarti
ancora

incessantemente.

?

Chi commenta poetando
potrebbe con i suoi versi
rallegrarci
postando.
Passare piano piano
a tal diletto
forse aiuterebbe ad alleggerirsi il petto
 

Preghiera di Aqualung

Perché lapilli sfracelli
e dissonanze
in mia stanza di tela
sanguigna
sei morto in disonore
per silenzio senescente
ma getti ancora forme
dal tuo non esserci
tu non parli
grattugi silente
poveri tuberi da anziano
sei inoffensivo all'oggi

eri fuoco sul Sinai
sangue caldo schizzato
sulla tenda levitica

ora la tua bava
scende a rigolo
inessenziale
all'impotenza umana
sei di peso
catamarano incagliato
ti forzano alghe acide
risacche stremanti
ugoli scemi di gabbiani
ectoplasma d'onnipotente
sul tramonto, con pastrano
liso e fetente.

" ... ai Suoi ordini ..."

 Comincia questa “attività” ma il pensiero non resta … va oltre … nessuno parla ma pesano gli sguardi degli uomini nell’ascoltare le mie valutazioni senza senso accompagnate da direttive errate … come un malato che dopo anni ritorna dal coma mi ritrovo spaesato a chiedermi perché … perchè proprio oggi … perchè proprio tu … con i miei sogni occulto la quotidianità ben  consapevole che la realtà non andrà  via, che rimarrà in agguato pronta a mostrarsi prima o poi in tutta la sua crudeltà ... Leggi tutto »

così sia

Mi manca il tuo cuore.
Vestirò brocche di velluto
e le riempirò di lucciole.
Intaglierò canti
all'ombra di stelle cadenti
Vestirò di seta la lingua
per salmodiare il tuo nome
 incantando la notte
Il salice tornerà a fiorire
Ridente
Se così deve essere.
Così sia.

 

La leggenda del frate che aveva braccia, mani e cuore, da regalare. (Ovvero una storiella per la bimba)

Lodate il signore con umiltà,
diceva il frate lungo la via che portava
verso il margine destro del fiume,
chiedeva noci e lasciava una mano
sul capo del generoso che sorrideva.
 
Non ricordo se era alto o basso,
se camminava veloce oppure lentamente
quando calpestava il terreno
sotto i suoi piedi di sandali vestiti,
ma credeva in qualcosa che abbiamo perduto
negli anni del tempo
che tra noi e lui sono volati.
 
Un giorno incontrò un lupo
che spaventava gli abitanti di quel paese,
gli andò incontro e parlarono a lungo,
che il lupo restava seduto sulle sue zampe
e ascoltava cosa aveva da dirgli
e alla fine guardò per terra e si girò
e andò via e nessuno ne seppe più nulla
che chissà in quali terre andò
e in quali altre terre lasciò
le sue orme di lupo…
 
Un’altra volta parlò agli uccellini
e questi piano smisero
di cinguettare sopra quell’albero
e lui di sotto che parlava
del Signore del cielo e degli uccellini,
eppure loro in silenzio lo ascoltavano
e poi ricominciarono a cinguettare
più forte di prima e lui se ne andò via
che quello che doveva fare lo aveva fatto.
 
A volte mi domando quante volte
noi abbiamo provato a parlare
con il cattivo e con il buono, forse mai…
Elios, Anemos, Thanatos …
eppure nel castello dividevano la tassa
sul grano e sul sangue e ridevano
che nessuno li poteva sopportare più.
 

Oltre il mio sguardo

 

Con lo sguardo proiettato oltre
Il margine infinito dell’eterno,
Senza avere più sugli occhi quella coltre
Che ci chiude le porte del Regno.
 
 
Sognando e risognando quel volto
Che di volta in volta traspare, io
Mi sento dai peccati assolto
Come riflesso sul viso di Dio.
 
 
E non più carne in questo mio corpo
Assaggio l’essenza del cielo blu,
Ricordandomi che sono risorto
 
 
Senza più paura di guardare giù,
Ma, sugli oceani di stelle, planare
Librando come goccia di mare.
 

Balambane

 

Fa caldo a Balambane
nel culo del mondo
nel culo del mondo
un bambino è sempre un bambino
anche a Balambane.

E giocano i bambini
a Balambane
qualcuno è andato via
qualcuno pur rimane
qualcuno lo hanno
reimbarcato
ma che importa
che importa figlio
della signora nera?

Sei bambini
piccoli che urlano e strillano
a Balambane
sei piccoli cinque maschietti
e una femminuccia
sei bambini
fuori dal grande fratello
fuori dal grande bordello.

Ma ci sono le bombe
le mine a Balambane
e non ti frega niente
figlio
della signora nera
e i posti di lavoro
e qualcuno le deve pur costruire
le mine
le mine amico travestito
da monsignore.

Non ne è rimasto nemmeno uno
nemmeno uno a Balambane
e poi signori educati
leccatevi un il vostro orgoglio
la vostra civiltà
i vostri credi
i vostri dei
le vostre stupide retoriche emozioni
avevano pochi anni
i bambini di Balambane
e giocavano
come i tuoi figli
figlio della signora nera.

Buon Natale (videopoesia)

Cercavamo l’aria di Tongchuan

Ci furono canzoni che scrivemmo sulla pelle
e non urlammo mai perché tatuate in bocca
mordendoci i polmoni.
 
Potremmo dire che la tonalità del canto usò la scala del sangue
che la musica prodotta fu un dolore interno al pozzo;
direste che stonammo,
che eravamo una melodia affranta,
che il grisou è solo il timpano in un groove.
 
Dico di no - voi non capite: siamo i duri delle radici
quei ceppi a cui si ostentano talee.
 
Quelli che hanno morso la terra;
l’hanno scavata con i denti,
frantumato coi molari i diamanti,
espulso un sogno di ricchezza:
 
noi siamo i poveri del ventre del carbone
quelli dei formicai a grandezza d’uomo.
Noi, che strappiamo lingue alle rocce,
siamo insiti nelle zolle; siamo i semi persi.
 
 
Stiamo nella terra di sotto
come quei morti
resuscitati quando ai turni la cava vomita fardelli.

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