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Dune d'Acciaio, sulla Via del Giaguaro Blu

(Excalibur Blu, immagine di Axel)

Dalle spalle corrotte
d'antica lingua
discende il velo sottile,
diafana pelle al vero,
dorati segni invocati
dissetano l'anima,
distruggendo il limbo
dopo l'inferno deserto,
davanti alla porta del cielo.
 
Dimentico gli inganni,
demoni di false promesse
dalle rosse chiome,
di ghiaccio il cuore
dentro il petto d'ametista.
 
Di movenza felina
danza i miei sogni,
delusione cocente.

da Pusckin

Scivola via il mio ti amo
dai tuoi ricci capelli bruni
dalle tue spalle lisce
e mi adiro di questa
fatica che mi costa dirlo
perché non è conforme
al tempo mio che dovrebbe
esser più consono e sensato.
Sento impellenti tutti i segni
il trasporto l'amore per te
che senza son triste
mi annoio sbadiglio
e non conosco altro modo
che dire molto io ti amo.
Abbi compassione
se mi manca l'audacia
di esigere il tuo amore
forse non lo merito neppure
a causa dei miei peccati
ma fingi! mandami un sorriso
un tuo sguardo così eloquenti
raggirarmi ti sarà pietosamente facile
ed io stesso sarò felice di ingannarmi.

Una bimba

 

neve Pictures, Images and Photos

Stamattina, mentre camminavo nel buio, affondando in un manto soffice di neve pensavo.
Tutto era bianco, anche la nuvola di vapore che usciva dalla mia bocca, un mondo irreale cristallizzato nel passato.
Con il pensiero ho aperto il laccio che chiude il sacco dei ricordi e ho rovistato cercando certezze e serenità.
Alla rifusa toccavo giorni o anni, non so, ma sempre riconoscendoli e per tutti c'era un sorriso, una smorfia di dolore e nel freddo pungente anche lacrime gelate nel cuore.
Ma in fondo, giù, persa in quel mare di vita ho trovato una bambina, quasi una Pigotta che all'epoca nessuno voleva.
Una bimba che ho preso con curiosità, l'ho portata alla luce dell'oggi e l'ho guardata con occhi spietati, senza darle nessuna giustificazione, solo lei e io, sono noi perchè siamo sempre la stessa persona.
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Sul fiume Okavango

Correrò sola
lungo il delta del fiume
che non si getta in mare.
Se ci ritroveremo,
un giorno,
voglio non sia per caso.
Mi siederò in attesa
sulla sabbia del Kalahari,
e il tuo ricordo
sarà il mio castigo.
Se tornerai,
un giorno
chiamami da lontano,
ascolterò in silenzio
e non sarà per caso.

Nient'altro

Nient'altro prima,
dopo nient'altro.
Non mi verrà ridato indietro il tempo
che corre inesorabile e semina memorie,
né quei tuoi occhi che ricordo immensi
fissarmi come se si fosse aperto il cielo.
Mi accorgo solo ora che non ho avuto scelta,
per la paura di mostrare fragilità infinite
e che ho pagato un prezzo troppo alto
per un incerto no rotto dal pianto.
Dopo di te nient'altro,
nient'altro prima.

Nicaragua

Era schierata con le truppe in autunno,
mentre le foglie cambiavano colore.
Donna senza un domani né un sorriso,
lo sguardo dolce fisso alle trincee
e io solo un ragazzo appassionato,
che non capiva i suoi lunghi silenzi
e il domandare scusa ad ogni passo.
La vedo ora da sola per le strade di Leòn,
tra gli edifici crivellati d'odio
nel vento che alza polvere e miseria.
E penso ancora al sangue e alla follia,
suo paese atrocemente violentato,
alle carezze perdute chissà dove.
Mio dolce amore di una notte appena,
che chiede ancora scusa ad ogni passo.
 

Applauso.

Fatica e affanno
scaliamo montagne
affinché qualcuno
ci dica
che siamo bravi.
Terribile la bravura
forse temibile
di certo lusinga.
Mai rido tanto di me
come quando
consapevole o meno
rincorro l'applauso.

Confidenzialmente...

Traspiri come goccia su di un vetro…
Traspari come pioggia in un pineto…
Nei miei versi scorgesti l’infinito…
Ti gettasti insieme a me sulla metro…

Ti scorsi in un corso di storia…
Si parlava di guerre e battaglie…
Tu non udivi e giocavi a biglie…
E facevi il vuoto con la memoria…

Per te il tempo si curva ad ogni angolo…
E lo spazio s’accorcia lentamente…
Poi fra me e te l’eterno solo…
 
E l’ombra di un’ombra che sovente…
Sovrasta i canali e in cima al polo…
Svanisce poi confidenzialmente…

Direi: sono così.

 
 
Lo stagno non ha rancori
in danno dei bastimenti
chè nemmeno un’elica
si può tra i giunchi
neppure dirsi un molo
un discorso di traverso
tra le rive
da sponda a sponda
 
lo stagno sogna
raggranellare un mare
alla fonda.

Tutta la clemenza di un ateo per il suo Dio

Quel giorno che vidi Cristo
al bar delle quattro stagioni
quel giorno che urlava
verso un bastardo razzista
in nera calzamaglia
quel giorno alla vigilia
di un Natale strambo
provai ad offrirgli del vino.

Lui si voltò
che era ancora incazzato
e mi si rivolse con voce
che era ancora alterata
"che vuoi? che cerchi?
miscredente ateo
con quei jeans che ti scendono
sotto il Peloponneso?"

Io ridevo
dei suoi modi
e della sua lingua
e ci sedemmo al tavolo
che Maddalena ci versò da bere
lei con la sua gonna nera
e le mani piene di vesciche
di freddo e paura. Leggi tutto »

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