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Ti voglio...

 
Ti voglio ora, sciolta come neve al sole
distesa languida corpo sublime...
 
Tu che sai darmi ciò che ormai m'appartiene
tu che sai prendere ciò che in me rimane...
 
Così ti voglio stasera e ancora stasera
e gioire di te domani e domani ancora...
 
Atlantis

Tre stanze per un marinaio

Nelle taverne ai tavoli di marmo,  
quelle di ogni città stretta sul mare
lungo le mura giù dalle calate,
vi trovi sempre un bardo, un marinaio,
a contare il coraggio, l’ardimento,
che lo salvò da una perigliosa sorte,
Tu guardi alla tua vita di ogni giorno,
alle consuete cose, le incertezze,
a quel raggio di sole in mezzo all’ombre,
o alle avvilite strida, alle bestemmie,
alle preghiere di anime smarrite.
 
Poi fu un’onda selvaggia e aspra e forte
nel bel mezzo di un sogno menzognero
a scuotere la paura e lo sconforto
che tremare ti fa le vene e i polsi,
e giù sin dentro al cavo come un tuono
che rimbomba in un cielo che si annera
mentre lame di schiuma si protendono
dentro il lago del cuore in sé riverso.
E’ una bestia feroce questo mare,
lui ti stringe e ti avvolge nel suo vento.
Scampato dalla collera alla riva,
ti volgi all’acqua rovinosa e pensi
al tuo cammino per deserte spiagge.
 
 
C’è sempre un mare, un lago di calma,
talvolta un vento tremendo lo impenna,
rassetti reti, prepari la barca,
ed intanto lui passa per la riva,
tu vorresti seguirlo ed ascoltarlo,
ti hanno detto che ammaestra vento ed onde.
Lui si volta e ti fissa con lo sguardo,
ti chiede cosa cerchi e già tracima
la grazia che sospinge onde di vita.
Lo chiami: "Maestro, dov'è la tua casa?"
C’è la tua storia, pensiero e ragione,
c’è la fiducia di un vieni e vedrai.
 

Il vecchio pittore

(Testo e foto di Diego Rocco)
 
Sedute malinconiche,
tra coriandoli di natura
caduti lievi
a colorare
a mo’ di sberleffo
un solitario angolo
atto
al pensiero
alla commiserazione.
Corte prospettive:
il tratto è al margine,
lo spazio esaurito,
l’inchiostro è secco.
I miei occhi stanchi
non aiutano la mano
nel tracciare questo triste quadro.
Cadrò anch’io
nel mio carnevale,
non senza un ambiguo sorriso.
 

Silenziosa

Sono stanca d'aspettare
sempre sola in questa stanza
dove nulla più ormai mi fa tremare
 
stanca di ascoltare
il silenzio che si espande
dentro alla musica
della mia mente
 
stanca di scivolare
tra sogni
che vanno oltre il mare
 
annego tra i ricordi
di dolci mani
che sapevano definire
i miei confini
 
la luce ormai consumata
di questa candela
trema sulla parete
dove la mia ombra
ormai indistinta
sfuma nella notte scura
 
stanca d'aspettare!!!

Il fascino

Argento polito i capelli lisci
appena lunghi
siedono sulle spalle
d’epidermide fine pallida
incoronano la figure smilza elegante fiera
appollaiata lenta sullo sgabello alto del pub.
Gli occhi grigioverde fondi un mare
il sorriso svagato di gatto
che rassetta il muso
mi portarono a lei a una spanna
dai ginocchi nudi puntuti
di qua dalle natiche formose soffici
da stecchire gli occhi.
Per mano
al suo covo caldo solitario andati
specchio di lei totale senz’altro verso
s’apre e ha tra le cosce di seta
accolse il mio viso
consumando la sua lucida voglia
dissetando il mio desiderio morboso.

Il neo

hanno fame questi occhi
che le mani sono mozze
per la lontananza
scrutano ogni angolo di te
cercando un neo come
un fiore sulla pelle
là in un posto nascosto
negletto e svelarlo a
nuovi baci e carezze
che ancora non ha avuto
che desidera perché
ora si mostra in tutta
la sua pudica bellezza.

Acqua alta

oggi non scrivo, dipingo i pensieri
chiudo gli occhi e sogno gabbiani e velieri
chiudo gli occhi e ascolto il respiro del mare
dei tuoi occhi ricordo solo il verde colore

[oggi non scrivo, il tempo uggioso
spinge alla noia, chiama il riposo
mentre attendo che ritorni la luna
ascolto le voci della laguna]

oggi non scrivo, dipingo i pensieri
chiudo gli occhi e vedo un mondo a colori
chiudo gli occhi e sento rumore di pioggia
tra mare e cielo il saluto di Chioggia

[oggi non scrivo, c’è acqua alta
i miei pensieri vagano in barca
nella laguna è rimasto un airone
ad occhi aperti non c’è emozione]

oggi non scrivo, ho sbiaditi pensieri
tutta quest’acqua ha sciolto i colori
ho chiuso gli occhi, vado a dormire
ma domani li apro e torno a sognare
 

La mia poesia

La mia poesia è in punta di piedi
sottovoce
in silenzio sull’altare delle parole
la mia poesia è
dal ventre spinto sulla schiena per cercarla
è come schizzo di sangue
raffermo sul vetro della finestra del mondo
e parla ai muti
ai folli e alle puttane sotto i ponti
la mia poesia è anche mia
anche del buio e nella luce eterna!

Fusi

Dev' essere una questione di ore
o di fusi
che soprattutto di sera m'arriva il sorriso
ma bene non so
Comunque t'abbraccio

Sotto l'ulivo una freccia

Era sotto l’ulivo la freccia
la freccia dello sceriffo di Nottingham.
Era sotto l’ulivo la tua bocca
il giorno della mia ultima paura.

Portami il ricordo
portami il ricordo vento
che di lei
non ho alcuna liquida figura.

Era sotto l’ulivo la freccia
dello sceriffo di Nottingham
e io ti chiamavo lady Marion
e tu mi parlavi di Sartre.

Non bastava la tosse
a farti smettere di fumare
quelle notti all’Avana
quando il Che raccontava le lune.

Era sotto l’uliva la freccia
Simone e tu sputavi
i deliri con una nota di Jazz
e non sapevi che ero
perso di te.

Sotto l’ulivo una freccia
Simone de Beauvoir
e tu a parlarmi di Sartre
e io a chiamarti Marion
per la mia incredibile
assurda voglia di te.

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