Tappe dell'andare: Ortigia (notturno) | Poesia | antonio devicienti | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Tappe dell'andare: Ortigia (notturno)

Voglio essere stanotte un viaggiatore

qui giunto dalla Germania: Ortigia

mi s'apra sulla soglia di una trattoria odorosa

di pasta agli scampi e rossissimi pomidoro.

Qui ceno in compagnia di Paolo Orsi,

squisito amico, esploratore della ctonia notte

che clemente abbraccia frammenti sommersi

di bellezza ed è l'anno 1925.

Egli mi parla dei labirinti incisi

sulle lastre di pietra a Pantalica;

con l'indice disegna sulla tovaglia

le anse della spirale insino al

centro,

poi dal centro verso l'

uscita:

gira, gira, svolta e s'affaccia, porte e cortili,

panni ad asciugare, desinenze in -u,

vortici di tempo, vi cadiamo

dentro,

ellissi d'orbite danzanti, colonne

tortili,

vi cadono dentro i nostri passi notturni.

Svoltiamo l'angolo del palazzo

Vermexio e Senatorio (lanterne oscillano alte

come per le feste da ballo del Vicereame:

ricordi?

Salivano a piedi le Siracusane dal lungomare,

gocce di luna tra i seni della Notte)

(si saziava il Merisi di olive nere e mandorle

d'Avola – frattanto meditava come

dipingere l'utero della terra, le fascinazioni

dell'ombra, i gridi delle quaglie).

E qui, ora, nasciamo: dentro la Piazza

dove

si ripete la forma dell'Occhio

e mi commuovo:

figlio voglio essere delle lampade che accendono

lesene e colonne e balconi – dal buio, segreto

buio oltre chiusi anditi, chiamano i giardini

il nome di Ibn-Hamdis, di Archimede,

del fiore d'agave e dell'acqua dolce -

nessuna meraviglia se Deneb,

lo stellato cigno,

venisse a inabissarsi qui.

È canto della Dea il silenzio,

canto dell'andare i nostri passi.

Ad ogni svolta irrompe il mare

ad ogni svolta s'immilla Ortigia:

i pescatori di visioni accendono lampare

sotto le mura di Castello Maniace.

Un'annunciazione il tratto pittorico

dell'Antonello che, immagino, ogni notte

si ripete in stanze fruscianti come fonti

battesimali – lungo i millenni.

Riempiamo i polmoni di luce stellare

noi pescatori di spugne

discendiamo

fino al nascosto del desiderio,

del sogno.

E forse una clarissa, dietro le inferriate

della Badia, innamorata di Altair,

benedice i nostri passi,

notturni pellegrini intuendoci

in Ortigia.

 

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