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Poesia

Cose Così [briosa]

Non é colpa mia

Non essere impaziente,
ho da fare.
Non è colpa mia
se hai sbagliato data
sul tuo calendario.

Lo spessore del tempo

Posta una presa di sabbia fine
sul diaframma di un calendario
col buco nella mezzanotte
di tra le stagioni
- ad esempio, diremo, inverno/estate -
si potrebbe, alla luna distesa terrazza,
in quello stesso spessore di ora,
rappresentare la primavera
in una notte tribale?
 
O si deve far conto
della variabile giorno
tra minutaglie o pure granetti?
 
Avrà un’anima, penso, a clessidra,
come pure questo quasi ridicolo sesso del tempo,
che mi fotte e non me ne accorgo.

Come un pipistrello

come una nottola cieca
appeso agli anfratti del tempo
ho atteso l’imbrunire della vita
per dispiegare le ruvide ali
zigzagando con volo isterico
guidato da un radar difettoso

milioni di parole sconnesse,
promesse e facili illusioni
hanno segnato il mio volo
negli anni di uscite diurne
ostinatamente dimentiche
della mia cieca condizione

ora nei miei voli notturni
non cerco facili prede
non voglio cibarmi di nuovo
di veleni vestiti a festa
il radar guida zoppicando
le rotte negate ai miei occhi

l’alba incombente mi avvisa
la luce ferisce gli occhi
il volo si placa planando
ritorno appeso al mio tempo
a testa in giù, sebbene dolente
attendo l’ultimo volo e vivo
 

A mia madre

è scritta nel tuo sguardo la mia storia
incanto di nostalgico dolore
e tu m'amasti sempre e m'ami ancora
sento le tue carezze calde e madri

ma per goderti il fato m'ha negato
il tempo dei tuoi baci appassionati
un soffio non durò l'esserci insieme
così io vivo dentro gli occhi tuoi

l'onirica presenza che accarezza
ti guardo e tu mi guardi nella notte
e corro fino a te dove tu sai

e penetrarmi sento quello sguardo
calore che s'infrange nel mio sangue
scheggia nel cuore d'ultimo respiro

Copyright © Lorenzo 10.05.010

Frost spring morning

Scivola lungo la valle
il fumo gelido avanti l'alba
crepita il silenzio di accenni d'ombra
dileguano fantasmi e muoion sogni
 
indugia un volo soffuso di civetta
perverso velluto vela di piume artigli
denso il respiro s'omologa in ombre a viticci
raffrena il passo l'essenza viscosa del tempo
 
Ottuso alla vampa del sole che affaccia lontano
distilli l'essenza fuggiasca in tane di sasso
bramoso di tenebre lievi e giacigli di fronde
perpetuo crepuscolo ad agreste miraggio disteso
 
briciole di certezza cadono ovunque
nel tempo di passaggio oltre il sorriso
seguimi, dolce nebbia e occludimi al mondo
lasciami voli d'ardesia e mattoni di sogno
 
lasciami scorze di luce
agrumati pastelli
 
in preludio del giorno.

Di nero e d'oro [inseguendo Klimt]

Di nero e d'oro
si vestono le figure
che languide s'agitano
su tele di rame ed argento.
Voluttà sottile
ne attraversa i ricami,
le vesti, gli ornamenti,
accarezzandone le carni
morbide come tessuti d'oriente.
 

G.Klimt, «La Giuditta»
 
Alexis
13.04.2010

Contrappasso

 allora noi che fummo vele

                 vele gonfie e tese al vento di ponente
 
[zefiro mediterraneo
         dolce
                  dolce
                           dolce
          che impregna di mare l'aria
a molcire il core]
 
noi
in un qualche quando
cammineremo
                 raccogliendo conchiglie
su una spiaggia di bianca pietra
smussata dall'azzurro
 
 

Il più poetico cerchio di vita

E' amore che brucia
l'essere per giorni e giorni affamata
delle tue labbra.
Presa alle ciglia
da un sorriso già caldo,
contro le terrazze chiare
di un brivido,
apro al cielo
il più poetico cerchio di vita,
che fa della mia voce
colore d'asiatico tramonto.
Il cuore, come una grotta
di piacere, aspetta lunghe dolcezze
piene di segreti.
Vanno innocenti e pure le mani
a rosicchiare gli scettri della notte.
Nascono per migliaia di volte mareggiate
attorno a noi,
mentre le schiene spingono rugiade
ad altra sera, ad altro orizzonte.
Verso il destino ed il contemplare torrenti

Chiudo la porta

Spento ogni lume
zittito ogni clamore
chiudo l’uscio e del silenzio
esigo godere.
Nella stanza sola
pretendo rimanere per
spogliarmi dell’abito
della vecchia me stessa
e ricoprirmi con le sete
del mio nuovo io.
Fuori dalla porta sprangherò
ogni turpe pensiero
o stupida illusione.
Disseterò la mente
con l’acqua di nuovi
desideri,
attenderò che l’alba
arrivi e che la luce
mi illumini di giovani
speranze.

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