AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di stellasenzacielo

Proiezioni di me

Il latrato umido

di un cane,

le scheggie di sole

sulla nuca del pomeriggio.

I suoi occhi

sono due cortocircuiti fermi,

due ovali di piombo:

sento a malapena

i brividi della mia ombra

che come intermittenze grigie

s'adagiano con l'asfalto.

Io e lei

siamo due piccioni

Candele nel vento (un momentaneo pigro sconforto)

Una scia d'aereo

bianca perfetta

l'oscillare della gente

le loro teste

sono curve candele

appese nel vento

quel solco d'insieme

Settembre

Settembre

la morsa dell'autunno

nella stasi montana

settembre

un venticello di forza

come rivolo di pioggia tra i capelli

settembre

Mio nonno

Vendemmia

sospiri d'uva tra le labbra

due guance di colla

lo spiraglio della fine lontana

un lavoro su due piedi

così

in un pomeriggio di tarda estate

poi d'improvviso

d'improvviso il tramonto

la luce rossa che si mescola alle vigne

una campagna apocalittica

Una sera così (boccia per pesci)

E una sera così

resto sola coi rumori della notte:

questo dolce cantilenio,

una ninna nanna di forza.

La panchina bianca qui sotto,

molo di anime,

Allucinazione urbana

La nuca di un bambino,

il cane furente deviato al guinzaglio.

Le case, piccoli insetti,

furie nel quotidiano,

le copulazioni svelte della gente,

il loro gorgoglio:

Il cuore dell'estate

Una serata di niente

il vuoto agghindato a festa

lampioni sfocati sulle strade

un cigolio sui binari

starnuti che si smuovono appena

istantanea di ruggine

Romeo e Giulietta (un fotogramma di voi)

Il sole ha un ghigno beffardo,

si fa smorfia di noi.

Il sangue non ha più un odore,

le tue palpebre sono dune di sabbia

ma il deserto ti ucciderà,

io mi ucciderò.

In spiaggia alla domenica

Sull'ombelico v'era

una poccia di mare,

in viso una noia serena.

Come d'inverno sognava

i pomeriggi d'estate,

le rughe di sole sotto gli occhi,

le labbra del vento con le onde,

ora s'immaginava di tornare

alle sere di nebbia,

ai giochi di spifferi e barbe di neve.

Le mezze stagioni di Vuk dai Balcani

E in quel momento sentì

tutto il calore delle estati

le nevi degli inverni

sentì il mondo intero addosso

la sollecitudine dell'insieme

gli spari poco più che grida

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