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vulnerabile

Fernando Botero - Trainer with Tiger

(Fernando Botero-trainer with tiger)

Che bestia  è la fame di un bacio?
Rabbiosa e indomabile
ti uncina lo stomaco.
Vulnerabile.
Ecco cosa sei.
E potresti pure morire
nella gabbia di una bocca
nello schiocchio di una lingua
in quel morso
che t'inghiotta e t'ingrassi
mentre pieghi la testa all'indietro
E non ci sono più nè buoni nè cattivi

 

un giorno capirai

vedi
a levante c'è uno strascico avorio
 
nello stropiccìo del cielo
 un ricciolo sfuggito alla luna
[lei ti dirà-per caso- ma mente]
 
vedi
 lo sa bene quella vecchia battona
quant'è forte un crine di giumenta
 
te lo giurò
che un giorno capirai

non mi convince sto scritto

agli asini come noi
non è concesso sostare
nel paese dei balocchi
che abbiamo nasi di legno
ma ginocchielli di carne
e va a finire
che uno zoccolo calpesta un bacio
e davvero ne nasce un albero

 

 

boccheggio

(Amedeo Modigliani)
 
mi pesa lieve
sulla schiena
uno scialle di nostalgia
 
un afflato di canfora
sale
stordisce e dà il vomito
 
boccheggiando
addormento col sonno
i detriti di un sogno

 

 

la festa di San Rocco

Ho drappi di ciglia
a strapiombo
sul bordo della sottana
e occhi[i tuoi]
azzurre uova Fabergé
preziosamente cotti
dal mio pavoneggiare
 
Chè il culo di una donna
quando fa la ruota
può oscurare il sole
e imbambolarti come da bambino
davanti ai fuochi per la festa di San Rocco

credimi

 

Ho visto quant'è semplice la vita al capolinea
Quasi un ultimo orgasmo
in un ansa del costato e poi il riposo
 
Proprio uguale all'amore
che nel petto
cresce e si smisura
 
Torna, quindi.
 
Sai, ho stimmate
fiorite nel punto del tuo ultimo bacio
e vino tanto nel grembo
più che a Cana
Credimi.
E' festa

a mio padre

C'è un posto per te dietro quel vetro
in questa notte dagli occhi gialli
Un vento bianco
asciuga la rugiada e taglia la faccia
Sono una spettatrice impotente
una nuvola stanca
che prega e prega.
Ti osservo
mentre il dentro diventa fuori
in un volo lucescente.
E fa maledettamente male
lasciarti andar via
 

comete

 Distant Lights

(Steve Jonhnston:Distant Lights)

Le stelle non hanno bocca
eppure si baciano con gli occhi
Rimane una scia bianca da seguire
 
Come un profumo di gelsomino

come in un film

Il tuo ritorno
ha i modi grossolani
di un film muto
 
Quelle penombre,
gli attimi come a scatti
una pellicola rovinata
il silenzio che ci avvolge
 
Sul muro si proietta
il mio respiro

golosa

mezzogiorno di sbieco
resta, ma vattene
anzi dimmi che vuoi?
-t'ho portato una moneta di latte-
lo berrò a piccoli sorsi
scaldandolo tra le mani

 

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