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blog di lunasepolta

passo a due

amava lei, con il ritorno di un ponte sulla pelle candida
ché aveva profuso sangue a tutt’altro altro amore
spegneva gli occhi come dialoghi d’acqua, fuori dai segni 
e la sua  luce sbucava diversamente bella, dalle stigmate
 
chiunque dovrebbe mettersi in ginocchio, chiunque
lasciare un fiore, anche il passante senza dividere il mantello
ma sommessamente inventare per il cielo, una ghirlanda

e il sole guardarsi attorno, farsi lume o mani di pioggia e
sollevarla, per dire  - balliamo un passo a due,  oh mia sposa

accordiamo il violino, la preghiera, il mazzo di fiori che falca la navata

 

ancora

vara l'epilogo di un giorno disumano
prestandoci  la pioggia da sgranare

esordirà tra poche ore l'alba
restaurando la smorfia di miseria
se l'ombra, sì, se l'ombra saprà accostarla
in primo piano, seppure non a fuoco

nessuno si accorgerà del mio andirivieni
tra cubi di rottami e le radici
con l'ennesima grotta da scavare
nel tuo mare acerbo

ancora

ar/rese

 

 

prendi i miei abiti, dammi i tuoi
scambiamoci i tepori, scambiamoci le idee
mettiamo in riga le pianure, i fiumi
e i pioppi perpendicolari

tu la livella, io l'accidentale

 

 

la caduta

 

o ancor più nero le forbici sul fondo
bucano godimenti  estorti ai fianchi, ruderi
cinque sensi o due rovesci noi, dialoghi
tra le cosce e le mie case  vuote

con la signorina degli affitti ch'è tutta un detto fatto
l’applicazione d'una curva in bocca

da un vetro spareggiato nell’andare torna
l’ululato di angeli che s’accoppiano, s’usano
e gettano, come da un tacco a spillo

indarno

indarno, oh quanto indarno ancora
recherà quiete ai canti
semina che accade di seme in seme

risaliremo  i calici d’ottobre
rantolando  rosari  senza Dio
nel vivere o tacere aratri al ventre

ed una mano, la troveremo solo
al fine delle nostre stesse braccia

sempre più in là

foci d’un dolore, il vento
zolle di lune  o nubifragi
lasceremo che ci attraversino
le dita di un bambino

troviamoci un inferno  a mezza croce
il peso avanti  e i proverbi degli angeli
dove il pozzo non è lungo la strada
 

transiti

 

scombiniamo i piani, il taglio della siepe
da sinistra a destra, rimbocchiamo il centro
rimbocchiamo le memorie, l’intelletto
vestiamo i nomi, quale sondaggio, illusione stabile
vita da profeta o da strillone
al mercato verso le sette e un quarto

login (su leggi tutto)

lasciamo cadere i nonostante, strada facendo
in pegno al saggio, che tutto basta
tutto avanza di passo in passo, non importa
il gas che manca o una strafottente muffa
a provocare corti alla sua palafitta Leggi tutto »

copertine

Teniamo quindi il silenzio in debito conto Leggi tutto »

passaggi

chiudemmo sipari di un perpetuo io
di stanze e pesi d’aure sostenute
da stecche e da finestre con vista sul catrame

ho qui una foto, con persino il numero di casa
gerani sulla destra, il vecchio, il bambino

ma non la so raccomandare, adesso
mentre corre l’anno e viene messo in palio
l’anello di uno scrivere mediocre
di una fretta in conto che consuma
l’ultimo solitario dal bicchiere

chi sono le parole? di quale io?
di noi s’aggira sangue sulle dita
e sulle dita lì mi vedi
lì, ti vedo

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