blog di live4free

Ti ho pensato come un fiore selvatico
sbocciato libero fra asperità d’ogni tipo.
Ti ho guardato come si guarda un frutto proibito.
Ho ricoperto di miele le tue spine penetranti
e mi sono lasciata graffiare
per ammettere la mia spudorata adorazione.
Perfino la lingua mi hai ferito per spogliarmi della mia dignità.

Antica arte;

pittoreschi disegni

lungo il fiume.

 

 

Messaggere di

sogni e desideri

verso il cielo.

 

Magiche stille
dai lontani sapori.
Saggia cultura.

Serpi tentatrici strisciano sul cuore,
bisbigliano rosso.
Non sono bastati i chili di cenere
posati a strati dai sapienti silenzi.
Brace che sottovoce divora l’anima.
E va in fiamme nelle code degli occhi,
dove ti metto per non guardarti intero.
Guardarti provocherebbe scintille.
Pare che il tempo guarisca.

Non può dar tregua

il senso dell'anima;

pretende voce.

 

 

E’ quando piovono sassi sulla testa a quel modo
ed io inerme non cerco rifugio, è allora.
Chiedo asilo all’abbandono della disperazione,
prego le lacrime di sommergermi le ginocchia.
E’ allora che mi riconosco l’infame inerzia
che esaspera il mio stomaco.

Abbagliata da misteriosi miraggi
inseguii stelle già spente.
Le dorate dune
divennero paludi d’inchiostro,
nere prigioni per la mente assetata.
Non bastarono i ceri votivi
che avevo lasciato lungo la strada;
fu dal buio più fondo
che nacque il tentativo della lenta risalita.

 

Me l’ha detto la luna
in una notte scapigliata.
La luna me l’ha detto
mentre tentavo un improbabile equilibrio
sopra un bianco raggio birichino.