AnonimoRosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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blog di Ladybea48

Il mercato del mercoledì delle Ceneri

Era lì, immobile, sotto il gigantesco olmo che svettava in mezzo alla piazza, incurante del continuo stillicidio gelato che le pioveva addosso.
Sorda alla cacofonia di suoni e di voci che la circondava. Piccolina che pareva uno scricciolo. I lunghi capelli neri che le coprivano il viso pallido ma grazioso dalle fossette smunte le cadevano disordinati sulle esili spalle coperte, a malapena, da uno scialle blu che aveva visto giorni migliori. Gli occhi chiari fissi in un punto lontano senza vedere nulla. Con una manina scarna stringeva al petto una scatola di legno intarsiato, con l’altra cincischiava il pizzo del scialletto, si capiva che era nervosa, quasi sull’orlo di una crisi. Accucciata ai suoi piedi, calzati da ciabattine non adatte a quella stagione pungente, una grossa borsa gonfia dalla quale spuntava un pezzetto di stoffa bianca e lucida che ogni tanto, anche a quella luce spenta, brillava come fosse accesa dai raggi del sole che ironia della sorte, quel giorno era coperto dalle nubi plumbee d’acqua.
Ogni tanto un profumo dolciastro e il forte aroma di caffè le stuzzicavano le narici e le faceva annodare lo stomaco che, per dispetto e senza vergogna, si metteva a brontolare. Insieme a quel soave profumo una voce bassa e cantilenante le giungeva all’orecchio destro: << Calda la mandorla, calda la mandorla signori!>> Leggi tutto »

Sguardi accucciati

Sguardi accucciati nel mezzo
di sogni rimasti in bilico
all'orizzonte della realtà.
 
Pensieri stanchi si sgranano
come rosari tibetani
nello scuro spessore
della notte senza stelle,
senza remore,
in un viaggio senza ritorno.
 
Prima che la luna sbiadisca
il silenzio si sgretola,
rompendosi in mille frammenti
alla luce dell'alba,
tracciando solchi profondi
su sguardi spenti,
opachi, vacui,
ma che scrutano là,
dove, passato e presente
si incontrano.
 
Che scrutano là,
in fondo all'anima
senza pace.

Mare di Vetro

 

In bottiglia
metterò le mie illusioni
all'alitar del vento
salperò,
verso le stelle
la rotta dirigerò
lasciando a riva
ogni sorta di patimento.
 
 

 

Il Bacio che voglio

Se fosse casto
o fiore candido di giardino,
dolce come caramello,
gustoso come cioccolato
spalmato sulla bocca.
 
Se non fosse ardente
come il sole del mattino,
oppure come la notte profondo,
se non scatenasse fremiti,
brividi, palpiti e turbamenti.
 
Se mai non fosse
impetuoso, burrascoso,
bramoso, avido, impaziente,
esigente, prepotente, passionale
e lussurioso,
allora no, no, non è
il bacio che voglio.
 

Gnagna Meneghina

Quando mi trasferii nella mia nuova casa, in un paese così piccolo, dove non potevi fare uno starnuto senza che tutti lì intorno lo venissero a sapere, beh a quell’ epoca ero una ragazzina insulsa, impacciata, timida e magra come un chiodo ed anche l’unica ragazza di tutto quell’odioso microscopico paese fatto di vecchi che non avevano un nome proprio ma dei nomignoli come:Momigrando, Momipicio, Magnapatate, Mesapipina, Barconselo, Batoceta, Batirame, Bonanova, Spalavier, Nassavecia,Negavescovi, Sivoleta ect. ect.
La mamma ed io fummo costrette a lasciare la città che tanto amavo dopo la morte di papà causata da un incidente sul lavoro ed a trasferirci nella casa dei nonni che ora apparteneva alla mamma e l’unica che potevamo permetterci visto quel poco di sussidio che l’assicurazione ci passava.
Appena la vidi misi il broncio e cominciai a piangere. Era così piccola in confronto al bell’appartamento lasciato in città, e per giunta pure isolata. Come avrei fatto a sopravvivere in quello squallore proprio non immaginavo.
Per giorni cercammo di sistemarla e renderla più accogliente. Dipingere le tre stanze fu uno spasso ma il risultato non fu dei migliori. Io di notte piangevo ripensando alla scuola ed alle amiche, laggiù in città.
Fu una mattina, una delle tante del mio solito gironzolare per i prati ed i sentieri di campagna, che incontrai la donna che divenne per me quasi una nonna. La sua casa era a pochi passi dalla mia e quando ebbi occasione di entrarci scoprii che aveva un’unica stanza divisa a metà da un soppalco, di sopra c’era il suo letto e sotto la cucina, con un’unica lunga finestra che illuminava tutte e due le parti di quella buffa casa, il bagno naturalmente in cortile, ma era talmente linda, ordinata e perché no profumata di erbe che la donna raccoglieva e colma di cose interessanti che ne rimasi subito affascinata. Leggi tutto »

Perle di Desiderio

 
Pagani
Entusiasmi
Radunano
Lentamente
Epici
Desideri.
Ialine
Debolezze,
Epidermiche
Sensualità,
Infuocate
Divagazioni,
Erotici
Roboanti
Indimenticabili
Ossessioni
 
 

SENTO

 
Sento i tuoi sguardi
vagare nel giardino
della memoria
alla ricerca di un
sogno incompiuto.
Sento i tuoi sguardi
scavare nei solchi
dei miei pensieri
e cercar le promesse
di ieri.
Sento i tuoi sguardi
tremanti sfiorar
la mia pelle
nella speranza
di cogliere il fiore
del dolce tormento.
Sento i tuoi sguardi
languire indicandomi
il sentiero ove riposa
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UOMO MIO

Non più fanciullo fosti
quando con i tuoi sinceri
occhi ambrati i miei sogni
di giovinetta incantasti.
Quando con la tua bocca
di baci ardenti mi affogasti.
Dì dopo dì con mille
carezze mi nutristi.
Dall’alba al tramonto solo
e sempre mio fosti.
Il cuore con me dividesti.
La luna e le stelle
ai miei piedi devotamente deponesti.
Con le tue mani callose
la vita mi donasti.
Con il tuo infinito amore
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Fata

Le note melodiose del flauto di Pam
per l'aria si spandevan.
Vestita solo di mughetto,
danzava al chiarore di sorella Luna,
il viso accarezzato da una lunga chioma,
di fine seta bruna.
Al capo portava una stella
dai riflessi di luce smeraldina.
Regina dei boschi era
l'eterea fanciulla,
dolce, leggiadra, bellissima fata,
io me ne innamorai
e non l'ho più lasciata.

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