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blog di Giovanni Perri

Angulus

il tempo favorevole portava
buona letteratura ai margini
e tutto somigliava ai modi
che avevo di tenermi astratto,
come per altro suono avvolto
da fughe insondabili. Leggi tutto »

cambio flebo

Dalle mani veniva l'idioma delle tue ferite,
dagli occhi lo scavo profondissimo dell'aria
e scavavo e mi lasciavo prendere
aereo intermittente

le tasche vuote

dapprima il silenzio
come la buia presenza
delle cose a sè stanti, una
perfetta neve;
poi il sentimento del freddo

della noia

questo banale giorno
così incastrato nelle lettere invernali
mi tiene fermo il mondo: ferma la pioggia che incanta la vita;
ma quanta noia ci vuole

sorrisi

sai, si perde lentamente l'allegria
o forse solamente si allontana
da una piccola sponda del viso.
Io non l'avevo capita

auricolare

la notte attacco francobolli:
lo faceva anche mio padre
si metteva al tavolo e restava lì mentre
noi andavamo a dormire;

Arava bianchi prati

c'è una parte che viene, sembra, dal vento, che non so dove inizi:
per esempio quando sei felice. Là finisce gennaio, sfiori la neve.

dolori

sapremo distinguerli:
faranno chiasso e noi un gran silenzio
sì che ci ascolteranno e verranno un giorno
alla nostra bottega di fucili giocattolo

Limite

La bellezza spaventa, crea voragini:
dapprima il silenzio, il fascio di luce, poi
le figure dei sogni, una nell'altra, scolpite
nell'aria che s'impiglia;

nel traffico

il mio vicino mi guarda e sorride
le nostre fiancate si sfiorano,
dallo specchietto gli controllo il tempo:
ci superiamo a fasi alterne:

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