blog di Franco Pucci

Terza costola a sinistra
sotto al cuore -giallo-
come foglia d’autunno
un urlo ricorda -rosso-
 
Il tuo nome.
 

Riemergere, scambiare i portici per sinceri tratturi
perdere la rotta tra le voci arrochite di cattivo vino
e poi leggere bonaccia nei cristalli aranciati di sole.

Oggi il cielo è azzurro che liquefa gli occhi
irride alle malinconiche speranze disattese
si beffa del malumore e m’invita al sorriso.
 

E mi fermai in quell’intervallo di tempo sospeso
che colora il giorno prima che la coltre della notte
spudorata scoprisse le gambe diafane della luna.
 

Quella macchia di carminio -indistinta-
insanguina il verde assediato dal giallo
pretenziosa stoppia di un sole anemico.
 

Quando i fantasmi del passato lasciano la stanza
e si ripresentano nudi -senza la vestaglia bianca-
quando t’accorgi che la chiave dell’oblio inceppa

Sarà stata solo fortuna?
 
Poi mi raccoglieranno, accucciato come feto sul selciato
-pulviscolo lunare e sale marino- sarà il tempo di mezzo

[quando la vita fa di tutti i tuoi errori
un unico cartoccio, poi tira le somme
chiede anche gli arretrati e ti accorgi
che poetare non rima con compitare]

Nero come petrolio il vento che ci attraversa.
 
Atteso che il crine e il pelo innevano il volto
e non fanno risvegliare resipiscenze remote

Non ho mai guardato il cielo con ansietà
-ma l’ombra è legata al chiodo della vita-
Ho lasciato lenzuola sfatte, sogni a metà