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blog di Franco Pucci

Poeta per caso

Mattone su mattone, la vita sulle spalle, 
pesa la gerla dei sogni prezzolati mentre
con fantasia e occhi di vecchio bambino
dipingi affascinanti case di muri di carta.
 
[nella primavera dell’autunno il muro crolla

Volevo scrivere una fiaba

(...sarò sincero, mi piace troppo e allora la ripropongo...)
 
Regina si perde nello specchio rotto
mentre la luna annega dentro al pozzo
il lupo col manto rosso attende là nel bosco
distratto col retino acchiappa una farfalla

Ancora voliamo il tempo

Sono fuggiti in silenzio, senza frastuono
gli anni perduti, giocati per troppo amore,
l’arroganza del falso pudore ha lasciato
bisacce di sogni comprati a poco prezzo 
nei mercati della vita e un baule ricolmo
di ricordi e foderato di buone intenzioni.
 

Il faro

Vivido l’arancio inattinico della luce guardiana
proietta ombre cremisi all’incendio del tramonto
mentre riflessi rosso sangue graffiando il mare
rimandano messaggi luminosi al buio incipiente.
 
Ritornano i legni sparsi all’orizzonte al richiamo

L'altalena

occhi distratti
su un letto disfatto
scorrono avanzi
di un amore coatto
 
sapori e languori,
gemiti, seni urlati
i ventri vibranti 
nel delirio piegati
 
mani che mani

Cerco

cerco tra le macerie 
di un muro di parole
che si sgretola piano
le ragioni di una catarsi
le orme da percorrere
una nuova dimensione
 
cerco bruciando l’edera
che cementa l’uscita

Acido lisergico

Aspre di more di gelso e di lamponi acerbi colate 
come false lacrime disseccate al sole dell’ipocrisia
rosse di ribes straniate da passi frettolosi sul cuore.
 
[stempero crudamente con le dita questa tavolozza]
 

Nacqui, ma non mi avvertirono

(mi sembra il momento giusto per riproporlo....)
 

Quello che sei

[senti come accarezza stasera 
il vento caldo che attraversa le gelosie,
mentre davanti ad una pagina bianca 
cerco stancamente il filo dei ricordi 
ingarbugliatisi come anarchica matassa 
nel gioco frenetico di un gatto dispettoso]
 

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